Cara provincia
Domenica 14 Giugno 2009
Sei ore d’attesa al Sant’Anna col polso rotto
Unico commento possibile: vergogna
Nel frattempo arrivano molte ambulanze, solo uno mi sembra particolarmente grave, aggiungo un’ora alla mia stima (è tanto ma siamo in Italia). Alle 22,30 comincio a dare segni di insofferenza, mi contengo sostenuto dalla solidarietà di due genitori di una bimba che attendono da 4 ore (lavorando in chirurgia della mano vedo che la bimba ha una brutta e dolorosa frattura ad un dito della mano).
Alle 23,30 sono stanco ed affamato e con me mio figlio e mia moglie, chiedo all’infermiera dell’accettazione se c’è ancora tanto da aspettare, faccio notare che sono 5 ore che aspetto e la suddetta mi dice che sono fortunato perché di solito si aspettano anche 10 ore (ho il sospetto che mi stia prendendo per il...).
Finalmente mi chiamano, il ragazzo viene visitato da una gentile collega e viene inviato in radiologia. Alle 00,40 abbiamo le radiografie.
Sbotto dicendo che è scandaloso aspettare 6 ore per un polso e un simpatico vecchietto mi dice con un filo di voce che lui sta aspettando dalle 14,30 (che avesse ragione la spiritosona?).
Gesso, visita e 10 minuti di attesa per il verbale e finalmente usciamo: è la una e quindici del giorno dopo. A proposito: a quell’ora nella turistica città di Como è tutto chiuso, non si può mangiare una pizza. Unico commento possibile: vergogna.
Massimo Brunati
(p.m.) Se il protagonista di questa disavventura non fosse un medico, avremmo avuto qualche remora a pubblicare. Ma questa non è la testimonianza di uno sprovveduto: è il racconto puntuale di un addetto ai lavori. Ci piacerebbe che l’ospedale Sant’Anna rispondesse con due parole di spiegazione. E, se possibile, di speranza.
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