Cara provincia
Martedì 16 Dicembre 2008
Ben venga la crisi se ritorna la semplicità
Forse non tutto il male viene per nuocere
Cara Provincia,
che ben venga la crisi, se frena i consumi con conseguente risparmio energetico e quindi maggior rispetto dell’ambiente. Che ben venga la crisi se i Comuni danno l’esempio di come si debba risparmiare su luce, acqua, gas e benzina.
Che ben venga la crisi se diminuendo produttività e consumo rallentano gli accelerati ritmi di vita, per cui tutti devono correre perché il tempo non basta; che ben venga! Se si torna all’antico adagio: Gh’è pusée vita che temp.
Che ben venga la crisi se ritorna la semplicità del Presepe: meno luci in città, più stelle nel cielo, meno automobili e più pedoni sulle strade, meno egoismo nei cuori e più comprensione tra gli uomini, con la crisi forse ritorna a vivere l’antica felicità: chi si accontenta gode.
In quel tempo dopo una forte nevicata, si consigliava di non parlare forte, di non cantare nè urlare, perché potevano staccarsi le valanghe; ci si concentrava sul battito del cuore; grazie sorella neve.
Che ben venga la crisi se il povero si considera ricco ed àncora i suoi valori ai frutti della terra e dell’animale, e smette di inseguire il miraggio diffuso dai ricchi che fanno del denaro la misura dell’uomo, la terra un immondezzaio e il cielo una minaccia aerea e che infine spingono gli uomini alla guerra per il predominio e il possesso della terra.
Ridono gli sfruttatori nel ricevere tanti doni, ma più ride il bambino agli occhi della mamma, del papà e per la compagnia di semplici, umili e poveri.
Quest’anno meno regali a Natale, ma è in ciò più grande regalo, e il più grande lo dà sempre il cielo: sorella neve che accendi l’entusiasmo ai cuori dei bambini!
Forse perché ci dai la purezza e il silenzio e un tempo rallentato.
Forse perché dentro di noi vive sempre un fanciullino
La crisi è dei capitalisti che hanno bisogno di un modo apparentemente nuovo di sfruttare le masse per garantirsi l’eternità, eternità alla loro ricchezza, al loro potere, per battere la concorrenza e guadagnare di più.
Profitti ai capitalisti, le perdite allo Stato, questa è l’aurea regola del libero mercato.
Prof. Adriano Angelini
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