Cara provincia
Mercoledì 09 Settembre 2009
Berlusconi, gli immigrati e la politica
Più che le parole servono i fatti, cioè i comportamenti nel segno della coerenza
Che parole dire dopo queste? «È necessario incrementare le possibilità per la gente che vuole tentare nuove opportunità di vita e di lavoro, occorre aumentare le possibilità di entrare legalmente in Italia e negli altri Paesi europei. Questo è ciò che voglio sia fatto, non solo in Italia, ma in tutta Europa. E poi bisogna dire che gli italiani sono stati un popolo che ha lasciato l’Italia e che è emigrato in altri Paesi, soprattutto in quelli americani. E allora questo ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una apertura totale di cuore. E di donare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli, e la possibilità di un benessere che significa anche la salute e l’apertura di tutti i nostri ospedali alle loro necessità e questa è la politica del mio governo» (Silvio Berlusconi, 23 agosto intervista a Nessma tv - Tunisi). Aggiungo qualche citazione: «Non essere complici, non mentire non restare ciechi» (S.Weil). «La politica senza morale è brigantaggio» (Aroldo Benini). «In una democrazia, non c’è libertà senza uguaglianza. Solo l’uguaglianza evita la prevaricazione di una libertà sull’altra; quella del più forte sul debole» (Sandro Magni).
Paolo Trezzi
Più che le parole servono i fatti. Cioè i comportamenti nel segno della coerenza: qualcosa che vorremmo appartenesse sempre al costume politico, non solo italiano. Serve tuttavia anche un atteggiamento realistico, e serve un occhio non affetto da strabismo di fazione per giudicare le scelte d’un governo. Se il quesito riguarda il modo in cui l’Italia sta affrontando la questione degl’immigrati, la risposta è che l’Italia s’è data - sull’onda della protesta popolare e condividendo i timori d’altri Paesi - regole che cerca di far rispettare, pur se altri Paesi le disconoscono nei fatti dopo averle approvate a parole (a proposito di parole). Naturalmente tutto questo è subordinato ai principi di soccorso e accoglienza a prescindere da qualunque normativa, ma se si può dire che gl’italiani (a cominciare da chi li governa) mancano di molte virtù, non si può dire che manchino di sensibilità (anche in chi li governa) verso quelli che stanno peggio di loro. Infine direi che dobbiamo metterci d’accordo: indignarsi la mattina per le conseguenze dell’invasione dei clandestini e indignarsi la sera per le conseguenze dei provvedimenti di tutela contro i clandestini, mette in forse la chiarezza d’idee. Non solo a proposito di che cosa fare con l’immigrazione, ma a proposito di che cosa farcene dell’indignazione.
Max Lodi
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