La principale caratteristica che ha il Decreto che riammette le liste elettorali escluse, il Decreto salva-babbei, è che è coerente con il profilo etico del Presidente Berlusconi. Il Premier, come il suo Decreto, non ha una visione morale, non ha princìpi, non il senso dello Stato e della legalità; la sola cosa che conti, per lui, è il raggiungimento dei propri obiettivi, non importa se con mezzi legali o no. E' la versione più scadente del Principe di Macchiavelli.
Nessuno potrà negare, stavolta, che il Decreto è un provvedimento ad-personam, l'ultimo di una serie infinita.Questa volta, però, è peggio delle precedenti, perché, anche se camuffato da interpretazione e non è una modifica delle Norme, tipica soluzione all'italiana, questo Decreto sancisce l'inizio della fine dello stato di diritto in Italia. Perché crea un precedente che stabilisce che le Norme si devono rispettare, ma anche quando non vengono rispettate si può sempre fare una Legge che, a posteriori, "interpreta" la Norma e finisce col cambiare la Legge, in modo che l'omissione diventi un fatto legale, anziché essere sanzionata. E' un precedente che diffonde la cultura dell'inutilità del rispetto della legge; perché mai un cittadino italiano dovrebbe sentirsi orgoglioso di rispettare le norme e le scadenze, quando gli viene proposto un esempio di aggiramento della legge, e proprio da parte di chi dovrebbe dare l'esempio di massima legalità? Facciamo l'ipotesi che queste inadempienze le avesse commesse il Partito Democratico. Che Penati in Lombardia o la Bonino nel Lazio fossero stati esclusi per la presentazione fuori tempo massimo o per carenza di firme. Avrebbe fatto, il Berlusconi, un decreto per riammetterli ? Certo, essendo un'ipotesi ciascuno risponde come vuole, però, a parte qualche frescone, tutti sanno bene quale sarebbe stata la sua risposta: no, avrebbe detto, le norme vanno rispettate e chi è causa del suo male pianga se stesso. Speriamo almeno che, dopo queste prove di superficialità del suo apparato, dopo la conclamata incapacità organizzativa, Berlusconi la smetta di ripetere ogni giorno: «Siamo uomini del fare!». Sì, ma fare tardi e male.
Roberto Cattaneo
(p.m.) Così vanno le cose nella Terra dei Cachi, quella cantata da Elio e le Storie Tese, quella dei parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi, quella in cui «c'è un commando che ci aspetta per assassinarci un po'». Giusto e legittimo indignarsi, ma a che serve? Altro che babbei: i furbi l'hanno fatta franca un'altra volta.
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