Cara provincia
Lunedì 09 Febbraio 2009
Eluana Englaro, vicenda umana del nuovo secolo
Il dilemma: quando ha inizio e quando ha termine la vita?
La scienza odierna ci pone di fronte al dilemma della complessità della vita: quando ha inizio e quando ha termine. La vita ha avuto origine per volere divino. L’uomo non avrebbe mai concepito un così vasto disegno senza l’intervento del Creatore. La morte non è che il proseguo del cammino vitale. Il suo espletamento è affidato all’uomo che ne ha cura di tutti i suoi passaggi, felici e infelici, interpretando con la sua cultura e cercando di modificare al meglio quella struttura filiforme e sconosciuta, per rendere la propria esistenza degna di essere vissuta. La vicenda Englaro è dibattuta su tutti i fronti. Da un canto i laici e la scienza che esigono l’interruzione della vita, dettata da criteri fisiologici, determinati dalla struttura organica di cui l’uomo è impregnato. Dall’altra i cattolici che considerano la vita un dono inalienabile. Stiamo ancora brancolando nel buio assoluto, nella totale oscurità ideologica e pragmatica, senza che le parti abbiano possibilità di tendersi la mano. La domanda di Pilato rivolta a Cristo «Che cos’ è la verità?» non ha trovato risposta alcuna ed è tutt’ora vagante in cerca di luce. L’uomo si sta ancora dibattendo sulla certezza di elementi elementari e fondamentali della vita, senza che riesca a trovare una risposta adeguata al dilemma. Non rimane che una possibilità: che Eluana si risvegli dal coma profondo, prima della sua dipartita terrena, rivelandoci per visione diretta, tutti gli arcani percepiti in quei diciassette anni di assenza e che questa verità sia d’insegnamento all’uomo per migliorare il proseguo della sua tormentata esistenza.
Lanfranco Melli
Lei auspica un miracolo. È quello in cui speriamo (o per cui preghiamo) tutti, quando non sappiamo più in che cosa sperare (o pregare) e dichiariamo la resa alla nostra fragilità, troppo spesso sottovalutata o ignorata. Einstein diceva che ci sono due modi di consumare la propria esistenza: l’uno è vivere come se nulla fosse un miracolo, e l’altro è vivere come se tutto fosse un miracolo. Ci atteniamo al principio numero uno quando tutto gira per il giusto verso, ci aggrappiamo al principio numero due quando accade il contrario. Forse, con il venerabile rispetto dovuto a Einstein, sarebbe meglio mediare tra il primo e il secondo, optando per una terza via: la storia (non la fede) insegna che non c’è infatti vero realismo che obietti alcunché allo stupore d’una grazia. E nulla esclude che il caso di Eluana, già entrato nelle grazie della storia, trovi accoglienza anche nella storia delle grazie.
Max Lodi
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