Cara provincia
Lunedì 30 Marzo 2009
E’ il Cavaliere in debito con Mike Bongiorno
Perché Mike avrebbe dovuto rimanere in un’azienda che ha respinto una serie di proposte di lavoro da lui presentate negli ultimi mesi?
Mike Bongiorno esordirà tra pochi giorni a Sky accanto al suo amico Fiorello. Leggo che non si limiterà a fare da spalla al miglior intrattenitore dello show italiano, ma che riprenderà un ciclo di trasmissioni di Rischiatutto, il quiz che nel ’70 conquistò gli italiani e che durò per tanti altri anni tra un successo e l’altro. Naturalmente, come tutti quelli che guardano la televisione, ho molto rispetto per Mike. Però mi chiedo che senso abbia riproporre una trasmissione che ha fatto il suo tempo e che senso abbia per la carriera professionale di un uomo ormai prossimo agli 85 anni, andarsene dall’azienda che lo rilanciò dopo che la Rai l’aveva accantonato. Mike avrebbe fatto meglio a rimanere dov’era più per onorare se stesso che per onorare Mediaset.
Laura Gigli
Perché Mike avrebbe dovuto rimanere in un’azienda che ha respinto una serie di proposte di lavoro da lui presentate negli ultimi mesi? Non essendo giudicato più adatto, per l’età raggiunta o per altri motivi, al “target” di Canale 5, di Italia Uno o di Retequattro, non gli rimaneva che farsene una ragione e decidere se limitarsi a esser protagonista di televendite od offrire ad altri l’opportunità di valersi delle sue idee, del suo impegno, della sua esperienza. Ma direi soprattutto della sua fantasia. Chi l’ha detto che a 85 anni non si possa contare su un’inventiva maggiore che a 35, a 45, a 55? Siamo sicuri che gli anni dell’invecchiamento fisico siano il metro di misura della modernità mentale e della gioventù spirituale? Mike ha per esempio dimostrato, proprio in coppia con Fiorello, d’esser capace d’un umorismo di freschezza opposta alla rancidità di taluni battutisti emergenti. Quanto ai progetti, affermare che il quiz è sorpassato, è una palese sciocchezza. Il quiz di qualità, quello in cui si misurano preparazione specifica, memoria, prontezza di riflessi del concorrente è stato, questo sì, sorpassato dai quiz nei quali al posto del cervello si adopera per vincere un’altra simbolica parte del corpo; ma non è certo stato sorpassato da migliori trasmissioni in materia. Infine, a proposito di riconoscenza: Mike ne deve a Berlusconi, ma Berlusconi ne deve ancora di più a Mike. Che (1) sbarcò in una televisione privata chiamata Telemilano a tutti ignota, mettendo coraggiosamente in gioco tutto il suo prestigio; e che (2) quando il Cavaliere scese in politica, gli fu lealmente accanto, a differenza d’altre sue star che se ne allontanarono con pelosa prudenza, salvo riavvicinarglisi più avanti col cappello in mano. Mike non è un monumento, ma merita un monumento.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA