Per rimettere in sesto questo governo ci vorranno, come minimo, ancora due generazioni. Andando a ritroso nel tempo ho nostalgia della Prima Repubblica dove, molto furbescamente, i grandi statisti del passato stavano bene loro ma anche i cittadini. Con le malefatte della Seconda Repubblica siamo al lumicino e, con l'adesione all'euro, siamo caduti in un baratro senza fine. Di fatto siamo passati dalle lire all'euro senza un controllo e una calmierazione dei prezzi, ad esempio degli immobili: una villetta a schiera da 300 milioni di lire è passata, il giorno dopo l'avvento dell'euro, a 300 mila euro, esattamente il doppio. E così tutti i prezzi di ogni genere, alimentare e non, si sono adeguati lasciando con le tasche vuote la maggior parte della popolazione. Mentre lo stipendio medio del lavoratore dipendente - che prima si aggirava intorno al milione e mezzo o due milioni di lire - è sceso a 800/1000 euro con un potere d'acquisto dimezzato.
Roberto Mangoni
Questo governo non lo rimetterà in sesto nessuno. Magari tirerà avanti, ma sarà un tirare avanti sotto la costante minaccia di coloro (i finiani) che gli daranno - se gliela daranno - una fiducia condizionata. Condizionata dai loro umori, dai loro obiettivi. E d'altra parte chi potrebbe credere alla vita d'un governo sostenuto da partner che han trascorso l'estate a cercare di togliersela (la vita politica)? Chi non stupirebbe di fronte alla somma ipocrisia d'un riabbraccio dopo tante pugnalate alle spalle? Chi non giudicherebbe quest'epilogo non la conclusione, ma l'avvio delle vere difficoltà d'una maggioranza molto formale e poco sostanziale? La maggioranza di due anni e mezzo fa non esiste più e il governo neppure. Vale la pena che continuino a rimanere? Forse no. Ma se non ne valesse la pena e si tornasse a votare, con o senza il passaggio per una fase di transizione, lo scenario successivo non garantirebbe certezze. Se non le han date quello occupato dal centrosinistra del primo Prodi e quello occupato dal penultimo e dall'ultimo centrodestra di Berlusconi (premier che godevano di buone o addirittura buonissime maggioranze) chi mai le potrà dare? Chi riuscirà a governare un Paese tenacemente ingovernabile? Infine, a proposito di Prima Repubblica e di euro: la Prima Repubblica non è stata la migliore delle stagioni possibili, ma era certamente migliore dell'attuale. L'euro ha tenuto l'Italia ancorata a un sistema monetario forte, ma gl'italiani ne han pagato le conseguenze per colpa delle debolezze della loro classe politica. Di tutta la loro classe politica.
Max Lodi
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