i dati della situazione economica mondiale mettono in luce, purtroppo, la perdurante difficoltà del nostro Paese. A fronte di un aumento tendenziale del PIL della Germania pari al 3,7% l'Italia si ferma a un misero 1,1%.Viaggiamo con un tasso di crescita che è la metà di quello dell'Unione Europea.
In questa situazione noi ci permettiamo il lusso di fare a meno, da quattro mesi, del ministro dell'industria e dello sviluppo economico. Dopo le dimissioni di Scaiola, travolto dallo scandalo della cricca della Protezione Civile, il capo del governo ha pensato a molti suoi affari ma non ha trovato il tempo per nominare un ministro così importante.
L'economia nazionale è stata abbandonata a sé stessa proprio nel momento della possibile ripresa dopo la crisi. Berlusconi è impegnato in una battaglia di potere che è tutta interna alla sua maggioranza che era, sulla carta, fortissima.
Il verminaio che è stato scoperchiato è il più eloquente esempio del decadimento morale di una classe politica che ha guardato agli interessi personali più che a quelli del paese.
Da una parte il fango lanciato dai giornali del presidente del Consiglio contro il presidente della Camera, co-fondatore del Popolo delle Libertà. Dall'altra parte una risposta che ricorda l'origine della "reggia di Arcore", arrivata a Berlusconi per una cifra irrisoria grazie alla discussa "intermediazione" dell'avvocato Previti, allora amministratore della giovane contessina Casati, rimasta orfana dopo un dramma famigliare. Ma c'e' stato tempo, durante la crisi, anche per applicare una piccola legge che riduceva da 185 milioni a 15 una sanzione a carico di Mondadori, casa editrice di proprietà del presidente del Consiglio.
La ripresa tedesca è anche figlia della visione strategica di chi la governa. Noi ci dobbiamo accontentare degli "amici" Putin e Gheddafi: il primo è la negazione della democrazia liberale e il secondo è l'impersonificazione della tirannia nel ventunesimo secolo.
I risultati di questa politica estera, affiancata dalle scelte economiche del ministro Tremonti, sono sotto gli occhi di tutti. Sono convinto che sia indispensabile un governo tecnico di emergenza che approvi in tempi brevi una Legge elettorale democratica che permetta agli elettori di scegliere liberamente i propri rappresentanti in Parlamento. L'opposizione della attuale governo ad una elezione libera, senza i vincoli del "porcellum" voluto dalla Lega e da una parte del Pdl, dimostra in modo inequivocabile il timore del responso popolare in una consultazione democratica.
Angelo Bruno Protasoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA