in questi giorni, si parla molto di accorpamenti di piccoli comuni ma forse non tutti sanno che è dalla metà del XVIII secolo che i comuni lombardi, di volta in volta, sono accorpati e ricostituiti secondo le strategie dei governanti, dagli austriaci ai francesi, dai Savoia al fascismo sino ad arrivare alla Repubblica
1755: l'imperatrice Maria Teresa d'Austria vara la “Riforma al governo e amministrazione della comunità dello Stato di Milano”. Sono stabiliti limiti ed estensioni delle singole Pievi che, nel 1776, saranno sostituite da distretti o mandamenti. Non sono riconosciuti quali comuni quelli che «…. per la loro piccolezza o per lo scarso numero dei loro possessori saranno incapaci di ricevere la detta forma di reggimento comunale per non potervisi formare il suddetto convocato generale né la deputazione dell'estimo ….».
1809: nel Regno d'Italia si realizza la concentrazione di comuni ridotti a 800.
1816: nel regno del Lombardo- Veneto gli austriaci ricostituiscono molti comuni che passano, in Lombardia, a 1.796.
1870: accorpamenti di comuni in Lombardia.
1927: accorpamenti di piccoli comuni nell'ambito delle riforme amministrative stabilite dal fascismo.
1950: ricostituzione di comuni accorpati dal fascismo in Lombardia. In alcuni comuni rimasti accorpati si eleggono i consiglieri nelle singole frazioni.
2011: sarebbe ora di evitare che gli accorpamenti siano imposti dall'alto da persone che quasi sempre non conoscono la realtà dei piccoli comuni, lasciando ai cittadini degli stessi di scegliere il proprio destino, evitando soluzioni errate come alcune già viste in questi anni. Scegliere il semplice dato numerico di mille residenti non ha alcun significato se non quello di mostrare come siano allo sbando i nostri governanti che di ora in ora devono dare chiarificazioni e precisazioni confuse, contraddittorie e al limite del grottesco.
Quale cittadino, amministratore di un piccolo comune e ricercatore di storia locale, invito a impegnarsi in ogni modo e su ogni fronte perché eventuali accorpamenti siano decisi dagli interessati, rispettando il diritto di rappresentanza di ogni parte componente. Tutto questo può avvenire, in aree omogenee, accorpando molto più di quello che il Governo prospetta con razionalizzazione e risparmi ancor maggiori. Cordiali saluti.
Paolo Ceruti
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