Secondo me il pistolero di Belpietro è uscito dall'edificio col teletrasporto. L'attentato sarà forse stato pure farlocco, però la cagnara imbastita dal circuito mediatico asservito è stata reale. Quanto fanno comodo questi ‘incresciosi episodi'! Consentono al ministro dell'Interno di andare in tv a dire che bisogna abbassare i toni, piano con le critiche: vedete che matti ci sono in giro… È evidente che il vero obiettivo è avere l'alibi per tacitare chi esercita il diritto della libera espressione del proprio pensiero con discernimento, intransigenza, rigore, asprezza (ovvero i c.d. ‘cattivi maestri'). Questa cagnara, questa notizia data in pasto all'opinione pubblica con un'enfasi inversamente proporzionale alla sua fondatezza, è l'ulteriore prova dell'impazzimento generale di questo Paese. Maroni che con finto cruccio annuncia che questo “attentato” non sarà l'ultimo (se lo dice lui…). Belpietro paragonato a Saviano. Quell'altro col maglioncino blu che si autoproclama garante della Costituzione. Non credete?
Paolo Trezzi
Belpietro è il primo che vorrebbe sapere come sono realmente andate le cose. Episodio farlocco? Episodio (comunque) che inquieta. Come avrebbe dovuto comportarsi il circuito mediatico: non dare la notizia, darla in breve, darla mettendola in dubbio? Il circuito mediatico non poteva comportarsi in modo diverso da come s'è comportato. Con gli attentati alla vita delle persone non si scherza. E per adesso la versione degl'inquirenti è quella d'un attentato alla vita di Belpietro. Né credo d'aver colto un finto cruccio nelle parole di Maroni: mi pare ci fosse preoccupazione vera. Maroni è una persona seria, un ministro serio: se dice di temere altri casi Belpietro, avrà fondati motivi per dirlo. E noi non abbiamo fondati motivi per metterne in dubbio la parola. Chi è uso a rigore e intransigenza morale sarà tacitato da tutto questo? Non lo sarà. Per il resto, è vero che ci vorrebbe meno indignazione di maniera. Ci vorrebbero più voci disposte a parlar forte in un Paese dedito prevalentemente al sussurro. O perfino incline a tacere. Ci vorrebbe non un abbassamento dei toni, ma un rialzo del livello della coscienza civile. Però la coscienza civile risulta spesso qualcosa di sconosciuto. Eppure la coscienza civile non è di destra né di sinistra. Non è neppure di centro, anche se ce la immaginiamo – forse per la nostra antica cultura religiosa ed etica - al centro dell'uomo. Tra le pareti dell'anima. In mezzo al cuore. Ecco, ci vorrebbe più cuore nel guardare all'Italia, al suo fragile presente, al suo incerto futuro.
Max Lodi
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