Così come le opposizioni avevano previsto, la difesa di Aldo Brancher, imputato in uno stralcio del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, ha eccepito in base alla legge il legittimo impedimento. Si sottrarrà al processo grazie alla stupefacente nomina a ministro del federalismo nel Governo Berlusconi. Ormai siamo arrivati allo sconcio degli imputati fatti ministri - non importa con quale titolo - per sottrarli alla Giustizia. La stampa amica sorvola e la Lega tace, come sempre. È ormai definitivamente passata dall'attacco a Roma Ladrona alla difesa della Roma dei Ladroni. Che tristezza..... E il popolo subisce.
Marco Giuliani
Dico la verità. Ci eravamo ingenuamente illusi. Ci eravamo illusi che la nomina del nuovo ministro all'attuazione del federalismo rivestisse un qualche significato politico. Ma ha provveduto Umberto Bossi, poche ore più tardi dell'insediamento del neocollega, a dire che il ministro del Federalismo, l'unico ministro del Federalismo, continuava a essere lui. Al massimo con la collaborazione di Roberto Calderoli. E Brancher? Brancher è stato derubricato a ministro per il Decentramento e la sussidiarietà, cioè a qualcosa d'altrettanto incomprensibile perché ripetitivo di quanto già esisteva ed esiste. E allora? Allora Brancher, ricevuto l'incarico da Palazzo Chigi e la firma del presidente della Repubblica sul decreto di designazione, si è subito avvalso della norma sul legittimo impedimento. Non s'è presentato davanti ai giudici milanesi com'era tenuto a fare. Cadono dunque le ingenue illusioni. Cade ogni residuale fiducia nella serietà di talune scelte istituzionali. Cade (cade fuori) dalle pagine del vocabolario della lingua italiana la parola dignità. Non serve più all'uso, meglio alleggerire il tradizionale pesante volume e liberarsene. Non si liberano però dagl'imbarazzi i partner leghisti del pidiellino appena entrato nell'esecutivo: ricordano che non è uno di loro, ma gli vien ricordato che è uno che sta con loro. Rilievo imbarazzante in un periodo nel quale succede ciò he non si sarebbe voluto: quel Formigoni che impugna l'argomento del federalismo per opporsi alla manovra economica, quel Fini quotidianamente proteso a difendere il principio di legalità, quel Tremonti che sarà pur bravo e necessitato a esser rigorista, e che tuttavia va a colpire una rilevante quota dell'elettorato più fedele al Carroccio. Infine, nessuno lo dice e però molti lo pensano, quel Calderoli che pare fosse informato dei fatti e non ha fatto nulla per informare chi doveva esserlo. Mah.
Max Lodi
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