Cara provincia
Lunedì 14 Settembre 2009
Il Materazzi è sempre meglio dei materassi
Anche se la sua querela ha fatto sorridere, proviamo a metterci nei suoi panni...
Cara Provincia,
ho letto con incredibile stupore la notizia della querela di Marco Materazzi alla fiction «L’ispettore Coliandro»: sinceramente non capisco cosa ci sia di offensivo nel pronunciare la frase «anche stavolta si è fatto espellere». Spero che il magistrato che dovrà valutare il caso sia così dotato di buon senso da archiviare la pratica senza nemmeno iniziare il dibattimento in aula, semplicemente perché il fatto non sussiste.
Francesco Quaranta
Io lo capisco, Materazzi, anche se la sua querela ha fatto sorridere e, come dice lei, verosimilmente (sicuramente) finirà nel nulla. Però, mettiamoci nei suoi panni. Anzi, vestiamo la sua maglia. Lui è stato sempre un giocatore di nerbo, atletico, esplosivo, rude. Anche un buon giocatore, tuttavia. Difensore così valido da meritare l’Inter e la nazionale, incursore d’attacco efficace tanto da segnare alcuni gol di testa, compagno generoso di compagni malmenati dagli avversari e da lui prontamente vendicati. Mettendo tutto nel calderone, un giocatore con virtù superiori ai difetti. Ma un giocatore che si porta appresso una cattiva fama perché le sue marcature spettacolarmente ringhiose, i suoi interventi scoordinati, la sua indomabile foga gli sono costate un significativo numero d’espulsioni. Di qui la nomea di picchiatore, gli sfottò irridenti e caustici, la sottovalutazione della critica.
Solo l’aver costretto, con una delle tante provocazioni verbali che corrono sui campi di gioco, a far cacciare Zidane dalla finale mondiale del 2006 gli assicurò un periodo di guarentigie dall’impopolarità. Adesso si è tornati sui binari del consueto e il Materazzi di oggi è di nuovo il Materazzi di ieri. Perché non capirne una reazione sbagliata? Perché non comprendere come sia ormai diventata un’ossessione, per lui, questa storia dell’abbonamento alle espulsioni? Perché non concedergli, come la concediamo a tanti, la possibilità di debordare emotivamente quando si vive in un mondo come quello del calcio costruito sulle emozioni estreme, su una notorietà di passaggio, sulle false idolatrie, sulle nevrosi arrembanti, sull’inconsistenza del rapporto di lealtà? Materazzi si prende un gran carico di sarcasmo, in questi giorni. Eppure a un campione (anche lui, con i suoi limiti, è un campione del mondo) dai nervi fragili, costretto alla difesa da attacchi mossigli fuori del campo, non lesinerei la solidarietà. O lo giudicherei almeno con le molle. Meglio un Materazzi di lana grossa e urticante che tanti materassi imbottiti di morbidezza e capaci d’assorbire anche ciò che non dovrebbero.
Max Lodi
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