Cara provincia
Sabato 28 Febbraio 2009
Il nostro calcio? Dagli all’arbitro o sei fesso
La mancanza di cultura sportiva è spesso causa scatenante della teppaglia da stadio
Ho rivisto su Internet le immagini di Genoa-Fiorentina del 15 febbraio, finita 3-3, dopo che il Genoa era in vantaggio 3-0. Al termine del match, alcuni calciatori del Genoa sono andati minacciosi verso l’arbitro Rizzoli, tra l’altro uno dei migliori fischietti italiani. Ora, capisco la rabbia dei giocatori rossoblù, in quanto la Fiorentina ha pareggiato a due secondi dal fischio finale, capisco anche che il direttore di gara possa aver commesso magari qualche errore (ma anche questo è normale: l’arbitro è un essere umano), però trovo insopportabile vedere che decine di professionisti strapagati mettano in scena questo spettacolo disgustoso. Secondo me, indipendentemente dal referto arbitrale, ciascuno di questi signori andrebbe squalificato per almeno 3 giornate! Oltretutto, i tifosi genoani, naturalmente incavolati neri anche loro, hanno atteso l’uscita del pullman della Fiorentina, colpendolo con calci e pugni, col risultato che l’autista, chiaramente impaurito, ha investito un ragazzo, che è ancora grave all’ospedale. Ovviamente l’autista è indagato per lesioni colpose! Non dico che il fatto sia stata direttamente colpa dei giocatori che hanno circondato l’arbitro, però loro sanno che ogni comportamento che mettono in atto potrebbe avere delle conseguenze anche sui loro sostenitori, che li vedono come degli idoli da adorare! Nel calcio italiano, dalle giovanili alla serie A, non si imparerà mai ad accettare un risultato negativo: tanto è sempre colpa della giacchetta nera!
Francesco Quaranta
Anche domenica scorsa sono successe cose analoghe, per esempio a Firenze dove il Chievo è stato privato d’un pareggio che meritava. Errore arbitrale pure in questo caso. Ma l’errore, nella visione dello sport (e del calcio in particolare) che hanno molti italiani, viene considerato una normale possibilità se tocca agli altri patirne le conseguenze, il frutto d’un complotto se invece punisce la squadra del cuore. La mentalità corrente - ma non solo corrente: ha radici storiche - è questa e, a quanto pare, immodificabile. Ha ragione lei, caro Quaranta: la mancanza di cultura sportiva è spesso causa scatenante della teppaglia da stadio e delle relative conseguenze. Purtroppo a perpetuarla non concorrono solo giocatori sotto stress agonistico, ma dirigenti e allenatori sotto l’incubo del siluramento. E’ più semplice addossare - a volte perfino preventivamente - responsabilità agli arbitri piuttosto che assumersi le proprie. Che sia anche cinico, non importa che a pochi. E a questi pochi è riservata la beffa di passare per fessi nel Paese dei furbi.
Max Lodi
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