Cara provincia
Giovedì 02 Aprile 2009
La corruzione rimane il vero problema
L'arresto di Mario Chiesa, l'uomo che fece scoppiare Tangentopoli, ci dimostra che nulla è cambiato
E’ da poco terminato Ballarò, trasmissione che, secondo il mio punto di vista, sta migliorando qualitativamente; anche Floris è meno indisponente. Era presente anche Maurizio Costanzo, che ha imperniato i suoi interventi sui giovani e sui loro comportamenti: alcol, droga ecc.. La maggioranza dei giovani, "categoria" sempre trascurata dai governanti dal dopo guerra in poi, ha sempre collaborato fino al ’68, anche se poi la famiglia, che faceva gola a tutti, Chiesa compresa, è stata disgregata per realizzare il femminismo e le "conquiste" della donna.
Si sono affrontati, anche questa volta, problemi non politici, ma ci si è dimenticati di evidenziare la preoccupazione più grave che ci affligge e che non è mai piaciuto ai giovani di tutte le generazioni e che io definisco il costo della democrazia: la corruzione, non solo materiale ma anche ideologica, a tutti i livelli della vita pubblica. Per corruzione ideologica intendo gli inviti alla Baraldini per la Festa della Donna e quella recente del terrorista Curcio. Sono esempi di cattivo uso della democrazia.
Cordialmente.
Giovanni Bartolozzi
Lei ci scrive e, come il cacio sui maccheroni, scattano di nuovo le manette ai polsi di quel Mario Chiesa che il 17 febbraio del ’92 diede il via a Tangentopoli, non prima d’aver tentato di gettare nel water una mazzetta da 34 milioni di svalutate lirette.
Questa volta l’ingegnere sarebbe (il condizionale è d’obbligo) al centro di un traffico di rifiuti, in particolare di "terre di spazzamento stradale": un giro d’affari illecito di un paio di milioni di euro, non proprio bruscolini. La verità è che cambiano le repubbliche, ma non i vizi degli uomini. E i nostri, purtroppo, il vizietto ce l’hanno nel sangue. A tutti i livelli, se è vero quanto emerso di recente dal primo rapporto inviato al Parlamento dal Servizio anticorruzione e trasparenza. E cioè che il peso economico della corruzione, in Italia, arriva a costare fra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno. Per chi ama le statistiche, è come se ciascuno di noi pagasse una tassa "occulta" pari a 1000 euro l’anno a testa. Tutti, inclusi i neonati.
Certo, poi c’è anche la corruzione ideologica, ma delle due non so quale faccia i danni peggiori: entrambe hanno un impatto devastante sulla nostra immagine di Paese e su quanto rimane di quei princìpi etici che con ostinazione cerchiamo di difendere. Ma corrotti e corruttori andrebbero condannati a pene esemplari ed espulsi dal civile consessso soprattutto perché si macchiano di un delitto imperdonabile: rubano ai giovani la speranza nel futuro.
Pier Angelo Marengo
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