E' stato desolante lo spettacolo dei parlamentari leghisti, tutti in riga nel respingere la richiesta di utilizzare le intercettazioni a carico di Nicola Cosentino. Il deputato del Pdl è accusato di collusione con la camorra e quelle intercettazioni potevano costituire un indispensabile elemento di giudizio nel procedimento a suo carico. La Lega ha finto di non vedere e di non sentire, ha rifiutato di agire coerentemente con i proclami che ammanisce al suo popolo. Io credo che, per il bene dell'intero Paese e quindi anche delle nostre terre, la Lega debba decidere di uscire da questo "cul de sac". Non è possibile sacrificare coerenza e credibilità sull'altare del potere. Occorre ritrovare una unità di intenti e di comportamenti in materia di legalità, di correttezza amministrativa, di lotta alla corruzione.Non possono esserci schieramenti contrapposti un questa partita. Non ci piaceva la Lega che, sventolava il cappio a Montecitorio. Ancor meno ci piace oggi la Lega che sta dalla parte della cricca ed esulta in aula per un voto che allontana la possibilità di indagare su un signore su cui pende un mandato d'arresto per camorra. Non ci piace, soprattutto, che questo sia il partito dell'attuale Ministro dell'Interno: quello che dovrebbe difenderci tutti.
Angelo Bruno Protasoni
L'autorizzazione richiesta dalla magistratura a proposito di Cosentino era di poter fare uso d'uno strumento d'indagine, cioè le intercettazioni. Non di poter arrestare il sottosegretario. Non averla concessa è due volte più grave perché il via libera non sarebbe suonato come mancata tutela del parlamentare. Ma non desta meraviglia quant'è capitato alla Camera. E' sempre capitato. E' sempre capitato che le autorizzazioni a procedere nei confronti di un onorevole dipendessero dalle convenienze politiche degli altri onorevoli. E le convenienze politiche del momento non potevano che suggerire (imporre) alla Lega di comportarsi come s'è comportata. Perché la Lega intende continuare ad essere decisiva per le sorti della maggioranza di cui fa parte, e il voto a fianco del Pdl sulla vicenda Cosentino è rientrato in questa strategia. Così come vi sono rientrate altre decisioni: sempre della Lega e sempre a favore del Pdl. La Lega non è più il movimento di contestazione d'un intero sistema partitico qual era alle origini. La Lega è diventata un partito come tutti gli altri e si comporta di conseguenza. Ha acquisito importanti quote di potere, le difende, punta ad aumentarle. Anche a scapito del suo appeal verso chi ne conserva un'immagine romantica. Che s'è invece mutata in romanica.
Max Lodi
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