Desidero esprimere il mio apprezzamento per l'iniziativa di quattro cittadini italiani Paolo Corradino, Ivaldo Carelli, Gabriella Fiora e Fernanda Pessina che, durante un viaggio in Nepal, sono riusciti con non poche difficoltà a visitare il mausoleo Lele Memorial Park Pia eretto in memoria delle vittime del disastro aereo del 28 settembre 1992 a circa 40 chilometri da Katmandu. Il gruppo, in quel luogo sacro, ha posto un mazzo di rododendri per ricordare la memoria del loro amico Marco Ballerini e degli altri nove sfortunati viaggiatori italiani che rimasero vittime di quella immane tragedia dell'aria. Sono probabilmente loro i primi italiani ad essere giunti nel luogo del disastro a rendere omaggio ai propri connazionali dopo aver affrontato un viaggio non certo privo di incognite e imprevisti. Un esempio importante e significativo di quanto il valore dell'amicizia possa sopravvivere e restare forte superando l'oblio del tempo e le distanze geografiche, una testimonianza di affetto, di cristiana pietà e di buoni sentimenti che ci fornisce un importante elemento di riflessione.
Antonio Foti
Qualche giorno fa un nostro affezionato lettore s'interrogava sul sopravvivere dell'amicizia. Ce n'è ancora in circolazione, viene praticata, le si dà credito? Cioè: l'amicizia rimane un valore? Il lettore esprimeva i suoi fondati dubbi traendo spunto (deluso) dalla politica, e arrivando alla conclusione che spesso ci si adopera per gli amici, non per l'amicizia. E coglieva nel segno. Il deficit odierno – non il solo, però uno dei più importanti - è proprio costituito dal diradarsi dello spirito amicale. Che non è solo solidale complicità. È qualcosa di più e di diverso. Qualcosa che ti senti di offrire perché è nella tua natura offrirlo. E capisci che se fai così, dai un esempio che verrà seguito. E se verrà seguito, ne otterrà beneficio l'intera società. La storia che lei racconta è bellissima e commovente. Ma non c'è bisogno di scrivere storie bellissime e commoventi andando fino in Nepal. Le si può scrivere anche non muovendosi dalla strada, dal quartiere, dalla città in cui si vive. Strade, quartieri e città sono affollate di solitudini, l'amicizia è l'unica risposta che si può ragionevolmente (oltre che sentimentalmente) dare a queste solitudini. Un celebre teologo inglese dell'Ottocento, Jhon Henry Newman, aveva fatto incidere una piccola lapide fuori dell'uscio di casa: «Benedizione agli amici che alla mia porta, senza essere chiamati, senza essere sperati, sono venuti»: Non saremo mai tutti teologi, ma vorremmo essere tutti inglesi.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA