La storia, non più maestra di vita, spesso si ripete ma stando comunque al passo dei tempi che corrono sempre più veloci. In un passato non così poi tanto lontano, il compagno Mao e indimenticato "democratico" dittatore cinese, da buon samaritano minacciava: «Colpirne uno per educarne cento», una massima poi messa tragicamente in pratica dalle Br. Oggi il nostro Paese è in Europa il più all'avanguardia nella guerra politica senza esclusione di colpi, siamo per ora solo ad «indagarne cento per colpirne uno», e le regionali sono ancora lontane. Chi vivrà (toccatevi se siete superstiziosi), vedrà.
Enzo Bernasconi
Indagarne cento per colpirne uno? Magari lei avesse ragione, caro amico. L'individuazione delle responsabilità sarebbe facile, la soluzione del problema semplice, il futuro della Repubblica meno tenebroso di quanto ci appare. Il guaio è che se ne indagano cento, e vien fuori che se ne debbano indagare altri cento, e ancora cento e chissà quanti.
Vien fuori che questo è un Paese vergognosamente corrotto, che il malaffare è trasversale alla politica e alla società, che il morbo da cui siamo afflitti appare tragicamente endemico. Hai voglia a dire: si tratta d'episodi isolati, di furfantelli singoli, di vicende circoscritte. Si tratta purtroppo d'altro: d'un sistema diffuso, capillare, accettato e praticato. Viene il voltastomaco ad accendere la tivù, aprire internet, leggere i giornali e scoprire ogni giorno la ramificazione metastatica di raggiri, frodi, truffe eccetera. E c'indigna, c'indigna profondamente e non abbiamo remore a usare questo vetusto verbo, scoprire che nelle peggiori trame sono invischiati alcuni che talvolta (per non dire spesso) s'impancano a predicare i migliori precetti. Quando Luca di Montezemolo dichiara che questo è uno Stato senza Stato afferma purtroppo un'ovvietà, altro che un'enormità come l'hanno accusato di dire. È uno Stato con così tante e confliggenti leggi che se ne possono violare una, dieci, mille sicuri che se ne troveranno una, dieci, mille d'effetto contrario e tale da annullare l'efficacia di quelle disturbanti. Un giorno sì e l'altro pure salta su qualcuno ad annunciare nuovi propositi riformatrici ed energie pronte a sostenerli: ma chi crede più alla capacità di rinnovarsi d'un Paese così radicalmente vecchio nei suoi vizi, ripetitivo nelle sue indecenze, inquinato nelle acque dell'etica tanto d'averle ridotte a melma? L'Italia non è affetta da maoismo, ma da masochismo: chi vivrà, vedrà. Senza bisogno d'essere superstizioso.
Max Lodi
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