Invece, se ci riflettete un momento, noterete che anche noi siamo governati da uno coi capelli molto tinti, come Mubarak ed il tunisino Alì, uno che non vuole andarsene e che ormai si è mummificato lì, abbiamo un tasso di corruzione forse superiore al loro ed inarrestabile, una gerontocratica ed inamovibile classe politica che prende 15000/20000 euro al mese che non intende diminuirseli e non vuol fare le riforme per non perdere privilegi. Gli avvenimenti degli ultimi giorni poi, con i tagli alle pensioni e tanto altro hanno allargato il baratro fra noi e loro. Mubarak voleva mettere su figlio al posto suo, Berlusconi continua imperterrito invece a farsi gli affari suoi con le leggi , non 'ad filius' come l'egiziano ma 'ad personam'
Ora siamo veramente alla frutta. Non se ne può più. Bossi e Lega poi...meglio non parlarne. In Egitto e Tunisia pare che Internet e annessi abbia molto aiutato in quelle rivolte. Anche noi potremmo organizzare qualcosa di analogo. Io sono troppo vecchio per queste cose ma possibile che non c'è un gruppo di giovani che voglia organizzare una rivoluzione via Internet? Per esempio organizzare di mandare qualche milione di e-mail al Parlamento scrivendo semplicemente:" Tutti , tutti, ma proprio tutti a casa!" Poi, se non ci andranno, andremo veramente a Roma e, ad uno ad uno, li riaccompagnamo noi a casa.
Virgilio Testoni
(f. ang.) È il solito dilemma, caro Testoni. Siamo il paese più a sud dell'Europa o quello più a Nord dell'Africa? Facezie (ma non troppo) a parte, forse una piccola rivoluzione su internet c'è già stata. Se sia da considerarsi tale o no dipende dai punti di vista politici. Ma è innegabile che la rete e i social network abbiano contribuito in maniera importante se non determinante ai risultati delle ultime amministrative (specie a Milano) e a raggiungere il quorum nei quattro referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. E la politica non potrà più prescindere dal popolo della rete.
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