L'ultimo contributo culturale dei leghisti seduti nel parlamento lombardo è quello di sostituire l'attuale simbolo della regione Lombardia, magari con la Croce di San Giorgio.
Costi quel che costi; tanto pagano i lombardi. E la nostra Rosa Camuna, progettata nel 1975 da designer come Noorda, Sambonet, Munari? Non va più bene; ci vuole di meglio.
Come hanno reagito i massimi esponenti delle istituzioni lombarde?
Roberto Formigoni: «Se vogliamo trovare un simbolo diverso per la nuova bandiera, la Rosa Camuna dovrà in qualche modo farne parte. Vogliono la Croce di San Giorgio come sfondo dominante? Bene, può anche andare». Mediazione? Dovremmo dire redesign di basso livello.
E' come proporrere di avvitare due braccioli imbottiti di gommapiuma alla seggiola Superleggera di Gio Ponti.
Letizia Moratti, mamma di Gabriele il ristrutturatore discreto, ha bisogno dei voti di tutti i leghisti per essere rieletta a maggio, per cui si apre a 180 gradi: «Se un simbolo non è storico, non mi sembra uno scandalo decidere di cambiarlo». Letizia? Io direi Tristizia.
Piero Bassetti, il primo ed il migliore presidente della regione Lombardia: «A me è venuto un groppo in gola. Mi pare una retrocessione culturale. Forse si tratta di una concessione al degrado culturale complessivo, che andrebbe combattuto e non assecondato».
Ma vogliamo dirlo forte e chiaro che quel simbolo è bello, perché fatto con intelligenza, che va bene così perché è inconfondibile, che merita rispetto perché dopo più di trent' anni è riconosciuto dovunque e non deve essere coperto da una badilata di retorica polverosa?
I lombardi che non ci stanno al ricatto, al compromesso ed allo scambio elettorale non possono ignorare le parole accorate di Bassetti: il degrado culturale va combattuto e non assecondato.
Giacomo Valsecchi
(p.m.) Dal dio Po alla sacra ampolla, da Alberto da Giussano al Barbarossa, da vent'anni la Lega ci sommerge di icone, simboli e riti. All'inizio la cosa era anche simpatica, c'era un po' di sano folklore misto a populismo di maniera, ma serviva a trascinare la base sensibile agli effetti speciali. Oggi, con i problemi che abbiamo, tutto questo ha stancato e attaccarsi ai simboli diventa un esercizio stucchevole. Speriamo che la gente capisca.
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