In un periodo imprecisato, i capi di governo delle Nazioni ricche del pianeta si riuniscono per stilare una lettera affinché si possano organizzare, a livello globale, gli aiuti alle popolazioni meno abbienti.
Risponde la Finlandia: sì, la lettera va bene, ma non capiamo il significato del termine "carestia". Interviene l'America: la lettera è stilata bene, ma non capiamo il significato del termine "capacità". Tocca alla Cina: ottimo scritto, ma non capiamo il significato del termine "diritti". Infine l'Italia: ottimo lavoro, abbiamo discusso con l'opposizione e con tutte le forze di Governo minori, ma non capiamo il significato del termine "onestà".
Roberto Mangoni
Soprattutto molti italiani (parliamo di molti italiani, non di tutti, se no cadiamo nel peccato della generalizzazione che è un peccato grave) non conoscono il significato dell'onestà verso se stessi. Della coerenza verso quello che sanno essere giusto e non praticano. Perché lo sanno, che cos'è giusto: sanno che bisogna avere rispetto degli altri e di ciò che è di tutti, della cosa pubblica; sanno che bisogna avere il senso dello Stato, perché solo uno Stato che funzioni può corrispondere alle attese dei cittadini; sanno che bisogna rispettare i valori e le regole della comunità, essendo una comunità disgregata il peggior tutore delle individualità. Lo sanno, ma fanno finta di non saperlo, privilegiando momentanee e materiali superficialità alla dignità spirituale di fondo cui non si dovrebbe mai abdicare. Lo scrittore Guido Morselli, prendendo atto di questo sconfortante modo d'atteggiarsi, sentenziò che l'Italia è un paese adorabile che meriterebbe di essere meglio abitato. Morselli era un pessimista incallito, e dunque non ci si sarebbe potuto aspettare da lui una qualche diversa dichiarazione, però è innegabile che la pratica quotidiana gli fornisse lo spunto per dire questo e per dire di peggio. E' uno spunto che ci viene offerto a tutt'oggi, altroché se ci viene offerto. Però sono giorni assolati e luminosi, e nonostante lo smog invitano, se non all'ottimismo, alla consolazione. E' quella che possiamo trovare per esempio nelle parole del cantautore francese d'origini toscane Yves Montand. Proprio nell'anno della sua morte scrisse che degl'italiani amava la cortesia, l'eleganza e il calore. E che della nostra terra ammirava la civiltà, l'antica civiltà diffusa in tante parti del mondo. La civiltà giuridica e politica, sociale e culturale. Non dovremmo mai dimenticarcelo, da dove veniamo. Dovremmo dimenticare in fretta dove siamo arrivati. Per onestà intellettuale, innanzitutto.
Max Lodi
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