Cara provincia
Lunedì 12 Gennaio 2009
Sulla strada vige sempre la legge del più furbo
Siamo un Paese con troppe regole, troppo spesso non rispettate
Volevo rivolgermi a voi per un appello (o anche di più): possiamo cambiare la nostra situazione, a livello di codice della strada, di strade, di vita? Siamo stufi di essere pedine, di sopportare tutti i soprusi di una società annegata nel denaro e nella corruzione, dove poche cose funzionano. Vai per strada e sei assediato da buche pericolose e mal rattoppate, autovelox al limite della legalità, posti di blocco messi solo per far cassa e qualche multa, semafori truccati e giro di vite su tutto. Ora basta un sorpasso per perdere metà patente e vedersela ritirata fino a 3 mesi, le sanzioni sono state raddoppiate e anche le decurtazioni dei punti. Non dicano che è stato fatto per aumentare la prevenzione, casomai per aumentare il business. Ma chi fa le leggi ha una minima coscienza prima di abbozzare qualcosa? Ha mai provato il disagio, per esempio, di rimanere senza patente per anche solo un mese? Chi lavora vicino lo sente di meno, ma per gente che si sposta per lunghi tratti, è un bel problema. A conti fatti risulta più penalizzato il normale guidatore di chi commette infrazioni ben più gravi. È una cosa giusta e necessaria? Una persona benestante può rimediare anche al più terribile reato, l’italiano medio no.
Gabriele Bertaggia
Siamo un Paese con troppe regole e troppo spesso non rispettate. Deteniamo il record del legiferare e quello del trasgredire. Vige inoltre una frequente e sottaciuta intesa tra chi deve far rispettare le leggi e chi le deve osservare: gli uni fanno finta di non vedere le violazioni che gli altri, fidando nell’impunità, commettono. Entrambi ritengono il quieto vivere il minimo comun denominatore cui qualunque massimo provvedimento finisce per adeguarsi. Ovvio che poi, quando s’infrange questo affermato costume, ci s’indigni o addirittura ci si disperi. Nel merito della questione automobilistica, le stragi sulle strade (ripeto: stragi, perché i morti ogni anno sono attorno agli ottomila) dicono che nulla d’alternativo alla tolleranza zero sia praticabile per il vantaggio di tutti. Che poi tutti non siano uguali al cospetto della normativa, è vero per questa materia come per altre. Perché inciuci, intrighi e intrallazzi pareggiano nel conto il numero dei provvedimenti legislativi e amministrativi. L’ottimismo c’indurrebbe a essere banali: tutti i nodi prima o poi vengono al pettine. Il pessimismo ci consiglia d’essere realisti: perché ciò accada, bisogna essere provvisti del pettine. Oggetto spesso introvabile in un’Italia che, pur essendo scarmigliata, sembra specchiarsi nella calvizie.
Max Lodi
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