Cara provincia
Lunedì 06 Luglio 2009
Ti aiutano solo se sei alla canna del gas
Lo sfogo di una mamma cinquantenne, disoccupata, senza soldi, da tempo alla ricerca di un lavoro
Gentile Provincia,
scrivo questa lettera poiché ho avuto l’impressione che, più o meno, parliamo la stessa lingua. Sono una mamma cinquantenne, disoccupata, senza soldi, da tempo alla ricerca di un lavoro. Avrei i titoli per occupazioni qualificate, non riesco neanche a farmi assumere per fare le pulizie. D’altra parte chi è quell’imprenditore che assume una cinquantenne al posto di un ventenne, con la prospettiva di pagare il doppio dei contributi? L’altra mattina ero a Como, mi è capitato di fare la conoscenza di una coetanea rumena. Questa signora ha perso da poco il lavoro perché è morta la donna a cui lei si dedicava giorno e notte. Ora mangia alla Caritas e dorme in stazione. Le ho proposto di dormire a casa mia, ovviamente per ora gratis, poi si vedrà. Chi non ha niente divide il poco che ha, chi ha molto se lo tiene ben stretto. Io non riesco ad avere una mano da nessuno perché ho un tetto sulla testa, è tutto quello che ho. Peccato che le tegole non si possano mangiare. Eppure quando posso lo divido con chi non ha neanche quello. Non le scrivo per dirle che sono brava, è che tutti i giorni sono porte sbattute in faccia eppure in una società che si autonomina "civile" non dovrebbe essere così... Tutti i giorni ricevo porte in faccia, anche alla Caritas, con l’eccezione che la porta te la chiudono gentilmente. Se chiedi un aiuto anche solo momentaneo alle istituzioni devi essere a due passi dal suicidio...
Le chiese, di qualsiasi colore, espongono rappresentanti grassi e pasciuti, e al popolo manca il pane. Mangeremo le brioches. Con affetto,
Lettera firmata
Cara signora,
la sua lettera sembra improntata al pessimismo, frutto forse di uno sfogo per quel che le succede: "Non riesco ad avere una mano da nessuno perché ho un tetto sulla testa, anche se è tutto quello che ho. Peccato che le tegole non si possano mangiare". Eppure lei i beni che ha li condivide con chi ha bisogno. La sua difficoltà attuale, che le auguro di superare al più presto, e le mancate risposte di chi potrebbe e dovrebbe aiutarla la spingono a dipingere un quadro così negativo che non può essere vero. Saprà anche lei e potrà verificarlo di persona che la Caritas fa tante opere buone e aiuta moltissimi bisognosi. Conosco personalmente volontari e suorine che ci mettono l’anima per aiutare il prossimo, proprio seguendo l’insegnamento di Gesù. E nelle chiese, soprattutto nelle parrocchie e nelle missioni ci sono tanti preti, poveri fra i poveri e malati tra i malati. La realtà non è così nera. Non si faccia vincere dalla sfiducia. Coraggio.
Bruno Profazio
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