A me pare che il caso delle liste sbagliate o presentate in ritardo sia stato eccessivamente gonfiato a proposito delle conseguenze che potrebbero manifestarsi. Leggo e sento dire che la vicenda comporta un sicuro aumento dell'astensionismo, e non raccolgo nessuna obiezione contro questa eventualità che mi pare sarebbe davvero un grave danno. Sono stati commessi degli errori, o forse non lo sono stati a sentire Berlusconi, però si tratta comunque di episodi marginali. Tutto il resto è andato come doveva, le liste sono state presentate regolarmente, non si è eccepito sui candidati, eccetera. Dunque non siamo così allo sfascio come si fa credere, e basta questa osservazione a concludere che astenersi dal voto per le regionali sarebbe uno sbaglio grosso. Che vantaggio ne verrebbe e a chi?
Paolo di Benedetto
Una risposta l'han data, a un sondaggio svoltosi proprio in questi giorni, coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni: pensano di non votare stavolta sperando di votare meglio la prossima perché il non voto aiuterebbe quel ricambio sempre promesso e mai pervenuto. Credono che la difesa della propria dignità, calpestata da linguaggi e azioni autoreferenziali d'una politica in cui non s'identificano affatto, passi meglio attraverso un'astensione che attraverso un voto dato di malavoglia, con scarsa convinzione, in sostanza per inerzia. Ma non c'è solo questo. C'è che un italiano su tre, con diverse motivazioni, ritiene di comportarsi allo stesso modo: la storiaccia delle liste, la tiritera di ricorsi e controricorsi, il festival delle delegittimazioni reciproche, la carta bollata che ha preso il posto della carta dei programmi di cui si dovrebbe discutere sta facendo passare la voglia d'andare alle urne a milioni di persone. Non è una bella voglia, ma come si fa a dargli torto? Liste a parte, le ultime settimane han portato in superficie una serie di comportamenti squallidi a proposito d'intrecci tra malaffari e politica, e solo questo basterebbe a giustificare lo scollamento in corso tra chi chiede di essere eletto e chi di eleggerlo. Casi isolati, episodi circoscrivibili? Certamente. Ma molti casi, troppi episodi. Qualunquismo rispondervi con il rifiuto di votare? Ma non sarebbe un qualunquismo peggiore votare, come si diceva una volta, turandosi il naso? Quando non si sa più a che cosa pensare per ottenere l'avvicendamento di coloro che non s'avvicendano mai, non solo è legittimo, ma diventa democraticamente comprensibile cambiare strada se s'incrocia un seggio. Ci sono due settimane per convincerci ch'è un errore: speriamo che chi lo deve fare, ci riesca.
Max Lodi
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