Vespa e Baudo
Forse non sarà un grande argomento di discussione, però rappresenta l'ennesimo tassello per dire che in questo Paese non funziona nulla e non ci si trova mai d'accordo su nulla. Mi riferisco alla trasmissione televisiva su Raiuno dedicata ai centocinquanta anni della storia d'Italia, condotta da Pippo Baudo e Bruno Vespa. Ne sono state fatte alcune puntate e durante l'ultima a un certo punto Vespa se ne è andato, chiudendo in anticipo la sua partecipazione, sembra in polemica con Baudo o con gli autori che avrebbero inserito una presenza di cui egli non era a conoscenza. Questo è sorprendente: dimostra che neppure su un programma televisivo che celebra l'Unità dell'Italia si riesce a trovare unità d'intenti. Il risultato è stata la delusione di spettatori che credevano di assistere a qualcosa di significativo e hanno provato l'ennesimo sconforto per quanto offre la televisione pubblica.
Gino Canali
Vespa se l'è presa perché, per raccontare la storia del giornalismo italiano, si era scelto di puntare solo sull'immagine di Santoro, tralasciando figure professionali d'analogo (quando non maggiore) rilievo che in tanti anni hanno popolato gli schermi televisivi. Vespa aveva e ha ragione: basti pensare a giornalisti come Zavoli e Angela, tanto per fare due esempi semplici semplici. Ma il torto di Vespa è d'aver accettato di condurre assieme a un partner una trasmissione di cui (evidentemente) ignorava una parte del contenuto. Dunque una trasmissione nata male. E proseguita peggio. E che fosse nata male e che stesse proseguendo peggio, lo s'era capito fin dall'inizio, quando apparve subito chiaro che l'intrattenimento avrebbe prevalso sull'informazione. Soprattutto sulla storia. Va bene inframmezzare la storia con lo spettacolo, ma la storia non può diventare uno spettacolo. Altrimenti se ne perde il valore e l'importanza. Le conduzioni a due, poi, sono quanto di meno funzionale esista. E Vespa non avrebbe dovuto prestarsi a fare da coequipiér a Baudo, che è uno geneticamente predisposto (geneticamente dal punto di vista televisivo) a rifiutare le partnership. Baudo è innanzitutto un prim'attore, e accetta al suo fianco solo qualcuno che gli faccia da spalla. Vespa è stato, pur cercando di non esserlo, la sua spalla. Dunque non poteva che finire così, con una brutta figura e la sospensione del programma. E con la riaffermazione dell'inadeguatezza del servizio pubblico alla sua funzione. Il servizio pubblico ha dimenticato i fondamentali. Quelli che Zavoli e Angela conoscevano e conoscono benissimo.
Max Lodi
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