Cronaca / Como cintura
Venerdì 22 Marzo 2019
Baby gang, tutti a processo
Il capo accusato di 26 reati
La Procura dei minori chiede il giudizio immediato degli indagati - Archiviazione solo per un giovane straniero vittima di scambio di persona
Il principale accusato, tra i sedici giovanissimi componenti della baby gang protagonista di furti, minacce, rapine, estorsioni nell’arco di un’estate e uno scampolo d’autunno, ha collezionato ben 26 differenti capi d’imputazione. Ventisei raid, compiuti in meno di quattro mesi, tra Como, Cernobbio, Montano Lucino in cui è accusato di aver rubato (dieci casi), di aver rapinato (9 casi), di aver ricettato (due casi), di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, di lesioni e di estorsione.
La Procura per i minori ha chiuso l’inchiesta sulla baby gang di Como e ha chiesto il giudizio immediato per sedici dei diciassette ragazzi accusati di aver dato vita a una impressionante serie di raid ai danni - soprattutto - di coetanei minacciati, terrorizzati e presi di mira.
Soltanto per uno dei ragazzi denunciati nell’inchiesta, condotta dalla squadra mobile della polizia e dai carabinieri di Como, il pubblico ministero ha disposto l’archiviazione delle accuse: si tratta di un minorenne di origini nordafricane il cui avvocato ha dimostrato essere stato assente dall’Italia all’epoca del reato a lui contestato. Uno scambio di persona, insomma, che ha convinto il sostituto procuratore Marina Zelante a chiedere l’archiviazione delle accuse.
Per tutti gli altri sedici minorenni, invece, il caso approderà davanti al giudice.
Sono tre baby italiani (di 14 e 15 anni) i principali imputati. A parte il caso del ragazzino con ben 26 capi d’imputazione di cui dover rispondere, altri due suoi “amici” hanno collezionato 18 denunce uno e tredici l’altro (ma quest’ultimo in almeno altre cinque occasioni si è salvato perché aveva sì commesso i reati, ma non aveva ancora compiuto i 14 anni, età da cui scatta l’imputabilità). Cinque i ragazzini tuttora al Beccaria, dopo che lo scorso gennaio i poliziotti della mobile e i carabinieri avevano eseguito le misure cautelari emesse dal Tribunale per i minori.
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