Cantù, la sorella dello chef morto
«Mario era speciale, siamo distrutti»

Francesca Stranges: «Perdiamo una persona buona e gentile. Era un raggio di sole». Dalla serata di lavoro a Lugano finita in ritardo, alla decisione di tornare a Vighizzolo in moto, all’uscita dell’A9 chiusa: le fatalità dell’altra notte

«Siamo distrutti. Mario era un raggio di sole. Tutti noi abbiamo la consapevolezza di aver perso una persona solare, buona, gentile. Mario era così, come l’hanno conosciuto tutti. Era contento, era stato assunto da pochi giorni, era felice, stava progettando di andare a vivere con la sua ragazza. Aveva un sacco di vita davanti, amava il suo lavoro. Un ragazzo felice, che sapeva essere felice di quello che aveva. E penso che chiunque lo abbia conosciuto può provare a ricordarlo con un sorriso. Un ragazzo speciale, che in trent’anni ha accumulato esperienze e gioie che certa gente in cent’anni di vita non riesce».

Così Francesca, la sorella di Mario Stranges: lo chef di Cantù morto a 31 anni, nella notte tra sabato e domenica, mentre stava tornando dal lavoro.

Una serie di coincidenze l’hanno portato a quell’appuntamento con il destino a Tavernola di Como, il contatto mortale con un’auto - in base a una prima ricostruzione - tra via per Cernobbio e via della Conciliazione. Mario, quella sera, raccontano gli amici della famiglia Stranges, ha finito di lavorare più tardi del previsto.

Famiglia e ristorante lo piangono

Si sarebbe dovuto fermare da un collega. E invece, dal ristorante Tango di Lugano, piazza della Riforma, zona centralissima della città svizzera, è sceso per raggiungere Cantù, la città dove, in via Carso, a Vighizzolo, abitava con la famiglia. Non avrebbe nemmeno percorso quella strada, in altre sere. Avrebbe preso un’altra uscita autostradale. Ma una chiusura per lavori l’ha portato infine a quell’incrocio, dove ha perso la vita.

A casa sono ore di disperazione per la mamma Sara, vedova dopo la morte di papà Fedele. E per le sorelle, Francesca e Giulia, e il fratello Sebastiano.

E anche al ristorante dove lavorava sono a pezzi. «Per noi è davvero un brutto colpo. Ha finito di lavorare, stava tornando a casa. Per Mario possono esserci solo belle parole. Era una persona molto valida, si era guadagnato il posto di lavoro a tempo indeterminato in pochi mesi, aveva cominciato qui a giugno, ma subito si è meritato la nostra fiducia», il ricordo di Giuseppe Borrello, il direttore del Tango.

«Un bravissimo ragazzo - ricorda Michele Ramella, consigliere comunale, amico dei familiari - Conosco bene i fratelli e le sorelle, lui era il minore, aveva già un’esperienza importante all’estero, nei ristoranti in Spagna e in Inghilterra. Per un tragica serie di concause non c’è più: una grande tristezza».

Mario, da giovanissimo, giocava a calcio. «Dispiaciuti, l’abbiamo saputo già domenica: era stato portiere da noi», dice Gennaro Novelli, presidente del Cantù San Paolo,

Funerali ancora da fissare

I funerali non sono ancora stati fissati: sarà necessario, prima, il nullaosta della Procura di Como, dopo l’autopsia. Tanti i ricordi su Facebook. «Voglio ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi. Ti porterò sempre nel mio cuore amico mio».

«Mario era quel tipo di ragazzo che alla sera arrivava in moto dal lavoro e spegneva il motore per non fare rumore, la portava a spinta fino dentro al cancello, vi assicuro che di persone così rispettose ne esistono davvero poche». «Ancora non ci credo... Sono andato a dormire e svegliandomi pensavo fosse tutto un incubo. Il cielo ha una dolce stella splendente in più da ieri notte». «Ciao Mario, ti portiamo sempre nel nostro cuore, sei sempre stato un ragazzo dolcissimo, portato via troppo presto». «Un ragazzo splendido, non ho parole per commentare la tua perdita». «Addio carissimo Mario. Ti ricorderò per sempre».

Christian Galimberti

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