Cronaca / Como cintura
Mercoledì 29 Luglio 2015
Como, maxi rissa sul bus
tra bande di stranieri
L’autista: «Terrorizzato»
«È stato un incubo». Parole dell’autista di Asf che domenica sera, tra le 20.45 e le 21, protagonista suo malgrado di una brutta avventura al volante del bus - linea 6 - che collega Maslianico a Como.
«A bordo non c’era nessuno - racconta - mi sono fermato alla pensilina davanti all’Olmetto ed è salito un gruppo di stranieri, una ventina di persone in tutto, sembravano un po’ agitati ma nulla di particolarmente preoccupante».
Già perché i guai sono iniziati più tardi quando, alla fermata successiva, è salito un secondo gruppo di immigrati nordafricani: anche questi non parevano particolarmente tranquilli..
Tra le due “bande” ci sono state subito scintille, poi insulti, i primi schiaffi. Nel giro di qualche minuto, a bordo dell’autobus, volavano botte da orbi.
Botte e anche minacce all’autista: «Io volevo fermarmi e loro mi urlavano di tirare diritto» racconta l’autista.
Continuavano a dirgli «go, go, go» intimandogli di non fermare il bus e di continuare la corsa. In due occasione l’autista ha provato a fermarsi, per cercare di far scendere quegli extracomunitari un po’ troppo agitati, ma non è servito a nulla. Anzi, lo hanno strattonato per farlo andare avanti. «Ho tenuto i nervi saldi - spiega ancora l’autista - e ho portato il bus fino a Tavernola dove ho visto una pattuglia della polizia locale e mi sono fermato all’improvviso».
L’uomo è sceso di corsa e con l’aiuto dei vigili ha chiesto l’intervento dei carabinieri. A quel punto sono stati proprio i militari comaschi a riportare la situazione alla calma. Tre extracomunitari sono stati anche portati in caserma per accertamenti.
Passata la paura, è rimasto un autobus pieno di sangue. E non solo. «Abbiamo dovuto sostituire il mezzo - hanno fatto sapere dall’ufficio stampa di Asf - Anche perché le poltroncine erano sporche e inutilizzabili. Si tratta di un episodio molto grave. L’autista si è comportato in maniera ineccepibile, riuscendo a fermarsi quando ha potuto e a chiamare le forze dell’ordine».
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