Divisi dalla politica, uniti dal virus
Ex sfidanti fianco a fianco in corsia

Radice e Mimmo Prete in ospedale dopo la gara elettorale in comune a Tavernerio

Se non proprio l’amore, di sicuro un grande affetto e una impensabile vicinanza umana e professionale. Al punto da spazzare via in un attimo anni e anni di contrapposizione acerrima. Per dirla con uno slogan un po’ abusato, quello che la politica ha diviso, l’emergenza sanitaria ha finito per riunire.

L’ex sindaco di Tavernerio, Rossella Radice, che compie 48 anni proprio oggi, area Lega, e Cosimo Prete, per tutti Mimmo, 60 anni, area Partito Democratico, si sono ritrovati in prima linea come medici all’ospedale di Cantù.

Prete da sempre in servizio come dottore nel reparto di Medicina Generale di Cantù, mentre la Radice svolge attività ambulatoriale come urologa nella sede vecchia dell’ospedale Sant’Anna di via Napoleona a Como. L’emergenza legata al Covid-19 ha però imposto una riorganizzazione e la Radice è stata trasferita al reparto di Medicina e Geriatria del nosocomio canturino. Ovviamente i due medici si sono trovati gomito a gomito a collaborare e le antiche divergenze politiche, pur non scomparendo, hanno fatto scoprire una grande umanità reciproca.

«Quando sono arrivata qui, tutti con le mascherine e colleghi nuovi, mi sentivo un po’ spaesata e appena ho visto il collega Prete mi si è aperto il sorriso: un volto noto e, anche se sempre e comunque avversario, un volto amico – commenta la Radice – E’ stato davvero bello incontrarlo in questa situazione. Ci siamo parlati nelle pause delle nostre famiglie, della situazione dei nostri figli e di tutti i disagi e i problemi di questa difficile prova. Devo dire che dalla minoranza non me ne ha mai lasciata passare una, ma è un ottimo collega».

Sorride il dottor Prete e condivide il pensiero della storica avversaria. «Un mese fa ho lasciato mia figlia più piccola di sei anni dai miei proprio in via cautelativa – racconta la Radice – Sono momenti difficili per tutti, ma ci accomuna la stessa voglia di aiutare gli altri». (Simone Rotunno)

L’articolo completo su La Provincia di mercoledì 29 aprile

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