Fino, per un solo frontaliere
sfuma mezzo milione di rimborsi

Ne servivano 393 per tocca la soglia del 4 per cento chiesta dalla Regione per avere i soldi E invece sono risultati 392: sfumati oltre 460 mila euro

Sarebbe bastato un solo frontaliere in più a Fino Mornasco perché il paese incassasse nel 2017 la bellezza di 462.749,77 euro per i ristorni del 2015.

Uno solo, per arrivare a quota 393 frontalieri (invece di 392, come in effetti è stato) e raggiungere la soglia del 4% imposta da Regione Lombardia, nel rapporto frontalieri/popolazione. Invece niente da fare, l’importo è finito nelle casse dell’Amministrazione provinciale.

Ma non c’è solo Fino Mornasco. Quella dei ristorni è davvero una beffa per molti Comuni prossimi al confine elvetico che spesso vedono sfumare una cifra considerevole che, a bilancio, avrebbe certamente il suo peso.

I ristorni rappresentano infatti una quota delle tasse pagate dai frontalieri in Svizzera che la confederazione restituisce direttamente al territorio di residenza, a patto che si raggiunga la quota del 4% nel rapporto frontalieri/cittadini. Ne basta anche solo uno in meno perché sfumi questa diretta possibilità per i Comuni. Proprio su questo tema, ben 15 Comuni comaschi (Fino Mornasco, Binago, Cadorago, Cermenate, Cucciago, Lurago Marinone, Maslianico, Vertemate, Cabiate, Lomazzo, Casnate con Bernate, Guanzate, Albese con Cassano, Appiano Gentile, Casasco Intelvi) avevano presentato nel 2017 una mozione consigliare con la quale si chiedeva che venisse eliminata la soglia del 4%, in modo che i ristorni andassero direttamente ai Comuni, ipotizzando comunque una quota di ristorno anche per la Provincia, ma creando un criterio equo e che permettesse ai Comuni la necessaria pianificazione delle entrate a bilancio.

A due anni di distanza, ancora nessuna risposta dal MEF

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