«Il casinò può riaprire
con un terzo di dipendenti»

Campione d’Italia, incontro tra la società e i sindacati: pronti a riassumere 174 dei 492 ex lavoratori

Se il casinò riapre riassume 174 dei 492 ex dipendenti.

Ieri mattina i rappresentanti sindacali hanno incontrato i referenti della vecchia società che gestiva la casa da gioco compreso l’amministratore delegato Marco Ambrosini. La sentenza dei giudici è la dovuta premessa, se il tribunale di Como dovesse confermare il fallimento del casinò resterebbe poco da fare se non ripartire, con difficoltà, da capo.

Ma l’ente gestore sta immaginando dei possibili scenari nel caso in cui la vecchia società ed il Comune potessero nuovamente prendere in mano le redini della casa da gioco. Il principale interesse della comunità di Campione d’Italia, la cui unica vera azienda per decenni è stato il Casinò, è capire quante persone tornerebbero a lavorare.

Ipotesi di accordo

L’ipotesi dettata da Ambrosini ai sindacati è la riassunzione di 174 dipendenti dei 492 licenziati formalmente due anni e mezzo fa. I rappresentanti sindacali hanno risposto che non condividono i criteri, verrebbero così esclusi tutti gli ex lavoratori riallocati e i part time esterni all’organico. La società in vista di una futura sperata riapertura sostiene di aver bisogno per il settore della ristorazione di non più di 50 addetti, in appalto, più una quindicina per le pulizie, altrettanti per il poker e una dozzina per la galleria commerciale.

Gli ex lavoratori, spiegano sempre i sindacati, verranno contattati a breve dalla società per discutere la proposta. Non tutti i 174 riassunti avrebbero comunque un posto a tempo pieno.

(Sergio Baccilieri)

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