La Svizzera: «Valichi chiusi,
indietro non si torna»

Il portavoce del Dipartimento delle Finanze, Roland Meier, conferma la sperimentazione per sei mesi. E incalza: «Le autorità italiane erano informate da oltre un anno, abbiamo avvisato l’allora ministro Gentiloni»

Indietro non si torna. La conferma della ferrea volontà della vicina Confederazione di tenere chiusi, o meglio blindati i tre valichi minori di confine (due quelli che ricadono sul Comasco, Novazzano-Marcetto e Pedrinate) sino a ottobre dalle 23 alle 5 e’ arrivata ieri dal portavoce del Dipartimento Federale delle Finanze, Roland Meier. All’agenzia di stampa svizzera Ats, Meier ha spiegato che «non c’e’ alcun motivo per interrompere la fase pilota di chiusura notturna dei tre valichi», aggiungendo però un dettaglio importante sin qui passato sotto traccia.

«Le autorità italiane (circa la chiusura in essere, ndr) ne sono state informate già nel marzo 2016, quando il provvedimento era ancora allo stadio di pianificazione», ha detto Meier. «L’informazione - questo quanto riportato sempre ieri - è stata trasmessa dal ministro degli Affari esteri svizzero Didier Burkhalter a Paolo Gentiloni, a quel tempo ministro degli Affari Esteri».

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