L’addio di Como a Benito
Il popolo della notte perde il suo pizzaiolo

Lo storico ristoratore se n’è andato a 79 anni. Nel 1986 aveva aperto un locale diventato un culto. Indimenticabile il richiamo ai camerieri: «Prontippizz»

Gli angeli delle pizze sono tutti in lutto. Ma lo avranno accolto in cielo con il tappeto rosso e una bella margherita fumante come omaggio. È scomparso ieri, vinto da una malattia terribile quanto veloce, Benito Russo. Titolare della pizzeria, appunto, da Benito, vicino al Cosia. Che poi sarebbe “Benni”, in slang per gli avventori più fedeli.

Salernitano verace, di 79 anni, aveva creato una istituzione, con il suo locale aperto nel 1986, luogo di culto per chi voleva gustarsi una pizza. Come si dice? Un locale cult.

Per una serie di componenti che si intrecciavano romanticamente: una pizza particolare, ricca, “viva” come la raccontano gli avventori, in controtendenza con il gusto tipico di queste parti. Rifugio di chi voleva una pizza strong. E di chi voleva, pure, mangiare a tarda sera. Anzi, a notte fonda. Perché questa era la caratteristica di Benito, almeno fino a pochi anni fa: far sedere a tavola le persone oltre le due di notte. E per questo diventava il rifugio dei nottambuli.

Benito, in questo piccolo paese di nottambuli rinchiuso in una pizzeria trasformata in teatro, infornava pizze, prima di annunciarle con la parola d’ordine che ora ci frulla in testa, con malinconia: «Prontippizz».

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