«Mercato coperto,
non lasciatelo cosi

Lo chef Davide Lacchini chiede una svolta:

«Abbandonato ma è una grande opportunità per Como»

A Como è fitta la mappa delle occasioni sprecate. Senza chiamare in causa la Ticosa, da più di trent’anni vero e proprio simbolo di una città immobile, è lungo l’elenco dei siti - spesso veri e propri gioielli - dimenticati. Il Politeama. L’ex carcere di San Donnino. E il mercato coperto.

Lo chef comasco Davide Lacchini, che in via Mentana è di casa perché ci va spesso a fare le spesa, lancia così una denuncia-appello. Uno sfogo ma anche un atto d’amore e una riflessione su ciò che il mercato potrebbe essere: «Potrebbe diventare un’attrattiva turistica e invece il padiglione degli ex grossisti è ancora tutto chiuso».

Il famoso executive dell’hotel Regina Olga di Cernobbio si lamenta anche della scarsa attenzione destinata alla parte funzionante del mercato di via Sirtori. «Sono stati spesi quasi due milioni di euro per il padiglione dei grossisti – spiega Lacchini – ma i risultati tardano ad arrivare. La nuova struttura dovrebbe essere un punto di riferimento per i ristoratori e gli albergatori in un momento di forte slancio del turismo nella nostra città, eppure mi pare manchino ancora adeguamenti importanti ai parapetti, al soppalco, è tutto fermo da anni. E’ assurdo. Per Como un bel mercato potrebbe rappresentare un’opportunità di grande valore, potrebbe essere perfino un’attrazione turistica. Non voglio fare paragoni con altre grandi città d’Europa e del mondo, non reggerebbero, ma ci sono buoni esempi di mercati cittadini che diventano luoghi vivi, in cui viaggiatori e professionisti spendono volentieri il tempo di una visita, di un pranzo. Dove è possibile trovare prodotti di nicchia, organizzare degustazioni, fare eventi e manifestazioni, giocare con vini e formaggi. Io lì ieri dopo la spesa purtroppo ho trovato solo tanto abbandono».

La riqualificazione del mercato coperto si è conclusa nel luglio del 2015, ma i negozi a pian terreno e i 700 metri quadrati al primo piano sono rimasti deserti. L’amministrazione comunale ha tentato di assegnare i nuovi spazi senza riuscirci, servirà riprovarci costruendo un apposito bando, passando ancora una volta dal voto del consiglio comunale. Salvo la piazza coperta, che è affittabile ed già stata utilizzata per ospitare alcune manifestazioni, il nuovo mercato non diventerà un luogo vivo in breve tempo. E l’attuale e funzionante mercato? «Io amo andare a fare la spesa al mercato, mi piace girare per le bancarelle – dice Lacchini – è molto meglio rispetto ai normali supermercati, perché è possibile confrontare i prezzi, trovare le primizie, le particolarità dei piccoli coltivatori, non è tutto di serie, omologato, in più ci sono degli operatori davvero interessanti e capaci. Non manco mai di passare prima delle grandi cene o sotto Natale. Però manca l’aria, non ci sono comodità, non si è mai pensato a installare una wi-fi, un defibrillatore, figurarsi ad ammodernare i servizi igienici. E poi non si trova parcheggio, è vero che il mercato è in centro, che ha una clientela di vicinato, ma se la nuova struttura vorrà avere grandi ambizioni occorrerà pensare anche alle automobili». Vedremo se la futura amministrazione comunale, tra le tante partite da sbloccare, non riuscirà a risolvere anche il nodo mercato coperto. «A riguardo in campagna elettorale mi permetto di dare un suggerimento ai candidati sindaco – dice lo chef – i dibattiti e gli incontri vadano a farli dentro al mercato, non solo nei salotti importanti, così forse riusciranno a capire i problemi concreti, il costo della vita. Vadano a fare la spesa una volta con la famiglia, sono sicuro che una visita tra le bancarelle darà loro molti spunti di riflessione utili a cambiare in meglio la nostra città».

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