Santuario di Maccio
L’acqua che trasuda
e i primi 9 anni di fede

VILLA GUARDIA Oggi ricorre l’anniversario dell’istituzione Aspettando il verdetto del Santo Uffizio sui fenomeni

Mercoledì 27 novembre. Una data tutt’altro che ordinaria per Maccio, dove si ricorderà il nono anniversario dall’istituzione del santuario della Santissima Trinità Misericordia.

Dal 27 novembre 2010, quando, in una serata di neve, il vescovo Diego Coletti bussò alla porta della chiesa parrocchiale di Maccio dedicata a Santa Maria Assunta, entrò e decretò l’istituzione del santuario diocesano dedicato alla Trinità Misericordia, sono passati 9 anni in cui ciclicamente si sono riproposti i fenomeni particolari su cui tutt’oggi il Santo Uffizio non si è ancora pronunciato.

Acqua che trasuda dall’altare, apparizioni della Vergine, rivelazioni dal contenuto teologico che sono state valutate come rilevanti e eccezionali da parte della commissione diocesana che ha analizzato, valutato e raccolto gli scritti composti dal maestro Gioacchino Genovese, quando, dal 2000 ha avuto momenti mistici di estasi ed ha scritto quel che ha avuto modo di conoscere mentre era raccolto in preghiera in chiesa.

L’ultimo episodio di acqua ritrovata sulla parete di marmo del monoblocco scuro che compone l’altare di Maccio si è riscontrato circa un anno fa. Negli ultimi 12 mesi nessun altro episodio, così conferma il parroco di Maccio e rettore del santuario, don Gigi Zuffellato: «Diciamo che quest’anno è passato tranquillo – commenta il sacerdote – continua l’azione del santuario, la sua capacità di accoglienza, il fatto di essere un luogo in cui molti arrivano singolarmente per pregare, per piangere, talvolta, per trovare una via di riavvicinamento alla Chiesa, spesso di conversione e di riconciliazione attraverso il sacramento della confessione».

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