Cronaca / Como cintura
Lunedì 02 Luglio 2018
Socco saluta il suo “gigante buono”
«Massimiliano ci illumina dal cielo»
Folla ai funerali dell’operaio stroncato da un malore sul lavoro a Casnate. Il parroco e i volontari hanno sottolineato il suo impegno per gli altri: «Era un altruista»
Tutta Socco saluta il gigante buono: «Massimiliano non è nella bara, è nei cieli». Questa mattina, lunedì 2 luglio, il sagrato della chiesa di via Don Sassi era stracolmo di persone, buona parte della comunità della piccola frazione di Fino Mornasco si è radunata per rendere omaggio a Massimiliano Nicotra, da tutti chiamato Peppe, scomparso a soli 39 anni sul posto di lavoro, durante un tragico incidente stradale avvenuto mercoledì scorso.
C’era la famiglia, il papà Giovanni e la mamma Giuseppina, gli amici d’infanzia cresciuti nelle vie del paese, le associazioni socchesi, i colleghi schierati sul fondo della piazza con le tute da operai e i visi tristi, gli amministratori del Comune di Fino Mornasco e i colleghi di Casnate con Bernate, il luogo dove si è consumato il tragico incidente.
«In questi giorni a Socco, alla famiglia Nicotra, sono arrivati tantissimi attestati di stima – ha detto dal pulpito don Giuseppe Negri – e tutti questi ricordi, cari, consolano. Ma oltre alla consolazione ci resta una speranza. Lo stesso lume che è rimasto sempre acceso quando perfino Gesù, davanti alla morte di Lazzaro, ha provato dolore, desolazione».
E ha aggiunto: «Questa luce deve accompagnare soprattutto i genitori di Massimiliano e chi più gli ha voluto bene. Perché Massimiliano non è qui, nelle sue spoglie, chiuso dentro la bara, ma è nei cieli».
Dentro alla chiesa di Santa Maria Immacolata tanti socchesi hanno fatto coraggio prima ai fratelli Alberto e Walter, quest’ultimo ella stessa corporatura di Massimilano, non a caso etichettato dagli amici come un “gigante buono”.
«Era sì un gigante buono, cresciuto per le strade del paese – racconta Moris Pelizzoni, il presidente della sportiva di Socco – la sua famiglia è molto conosciuta, benvoluta, il padre che è stato un volontario della nostra associazione, ai tempi dei tornei serali. Questoè un paesino ancora molto coeso, è una comunità che vuole dimostrare tutto l’affetto a un ragazzo tanto giovane».
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