Spariti 3 milioni da Campione
La prescrizione salva tutti

Ci sono voluti tre anni per fissare il processo di appello sul caso del Comune: in tre sotto accusa per i soldi spariti con la scusa degli eventi al Casinò

Tre anni per fissare il processo di appello. E così anche i pochi reati non prescritti sono stati spazzati via perché oltrepassato il tempo massimo.

Resta senza colpevoli la scomparsa di tre milioni di franchi svizzeri, affidati dal Comune di Campione d’Italia al Casinò per la promozione della casa da gioco e l’organizzazione di eventi, da questa poi girati al promoter milanese Giovanni Muciaccia e successivamente finiti su anonimi conti esteri. La corte d’Appello ha emesso la sentenza - molto probabilmente definitiva, a questo punto - su un’inchiesta cominciata ormai dieci anni fa e figlia di un’ispezione ministeriale che aveva portato alla luce il curioso destino dei tre milioni di franchi.

I giudici di Milano hanno dichiarato estinto non solo il reato di appropriazione indebita (la Procura aveva invano chiesto la condanna per peculato, ritenendo che quei soldi fossero fondi pubblici) contestato all’ex amministratore delegato del Casinò Domenico Tuosto (difeso dall’avvocato Simone Gilardi) e all’allora direttore artistico Muciaccia (assistito dall’avvocato Giancarlo Maniga), già prescritto nella sentenza di primo grado nel 2014, ma lo hanno fatto anche sulle false fatture che Muciaccia avrebbe emesso per giustificare gli incassi da parte del Casinò e che in primo grado gli erano costati due anni di condanna.

Pena cancellata pure per l’amministratore della fiduciaria luganese Norconsulting & Partners Mattia Penza (difeso da Roberto Pisano) che a Como venne condannato a 5 anni per riciclaggio, ovvero per aver nascosto verso lidi esteri i soldi del Casinò. I giudici di Milano hanno riqualificato il reato in appropriazione indebita pure per lui e, di conseguenza, lo hanno dichiarato estinto per avvenuta prescrizione.

Altri dettagli sul giornale in edicola mercoledì 25 ottobre.

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