Tifoso del Como
allo stadio dopo il Daspo
e ne prende subito un altro

Il protagonista è un uomo di 48 anni residente a Lipomo, colpito dal provvedimento dopo Como-Ascoli. Nei suoi confronti anche un denuncia per minacce e oltraggio

Era appena ritornato allo stadio, a distanza di cinque anni dall’ultimo Daspo (la misura che vieta di accedere alle manifestazioni sportive), e ne ha ricevuto immediatamente un altro (già convalidato), dopo la partita Como-Ascoli.

Protagonista I.S., un uomo di 48 anni, di Lipomo, che dovrà recarsi in questura per ottemperare all’obbligo di firma trenta minuti dopo l’inizio di ogni partita del Calcio Como. Ma non solo: è stato anche denunciato a piede libero per minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.

Il giorno della partita, secondo la prima ricostruzione, all’ingresso dello stadio (il Como giocava in casa) il 48enne si è lamentato per l’obbligo di indossare la mascherina.

Un po’ di polemica, ma la questione si è chiusa lì. Il problema nasce quando entra con il figlio all’interno della struttura sportiva. Qui il giovane è salito sulle transenne. Alcuni agenti si sono quindi avvicinati per far scendere il ragazzo.

Il padre, anziché invitare il figlio a sedersi, o quantomeno a scendere dalle transenne, ha inveito contro i poliziotti, fino a minacciare uno dei loro.

A causa di questo atteggiamento, il risultato finale che il 48 enne ha portato a casa è stata la denuncia a piede libero.

E l’ulteriore Daspo, dopo quelli ricevuti nel 1999, 2007 e 2016. Per i prossimi cinque anni, non potrà assistere agli eventi sportivi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA