Cronaca / Como cintura
Lunedì 11 Gennaio 2021
Visite a parenti e amici, la stretta
«Soltanto nel Comune»
Modificate le norme in vigore a Natale che consentivano uno spostamento una volta al giorno. Unica deroga per chi vive nei paesi sotto i 5mila abitanti
Da oggi la Lombardia (oltre a Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria) è in zona arancione. Ma ci sono alcune differenze rispetto alle regole in vigore nei giorni arancioni delle festività natalizie che, in quel caso, riguardavano tutta Italia.
Cosa prevede la legge
Quella che sta creando più di un dubbio è la possibilità di andare a trovare amici e parenti che, durante le Feste, era possibile in tutta la Regione purché al massimo in due persone. Adesso, questo, non è più possibile. Le visite a parenti e amici (che non hanno limite di persone, ma restano fortemente sconsigliate da parte degli esperti), sono consentite soltanto all’interno del Comune di residenza, senza autocertificazione visto che nelle zone arancioni gli spostamenti entro i confini comunali (tranne che dalle 22 alle 5) sono libere.
L’unica deroga - a meno di motivi di necessità e urgenza (per assistere, ad esempio, persone non autosufficienti) - è quella che riguarda chi vive nei Comuni più piccoli, quelli fino a 5mila abitanti. Per non essere eccessivamente penalizzati e vista anche l’enorme differenza rispetto a chi abita nelle città, già a dicembre era stata introdotta la possibilità, che vale solo per loro, di spostarsi nel raggio dei 30 chilometri, con esclusione del capoluogo.
Il Governo stesso precisa testualmente spiegando la norma in vigore fino a venerdì 15 che «è possibile, anche nelle zone arancioni, per chi vive in un Comune fino a 5.000 abitanti, spostarsi liberamente, tra le 5 e le 22, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia: di conseguenza, sarà possibile anche andare a fare visita ad amici e parenti entro questi limiti orari e territoriali». Attenzione perché la multa, in caso di controllo, è pari a 400 euro.
Insomma, per fare un esempio: un abitante del Comune di Grandate non può andare a Como (a meno di motivi di salute, lavoro e necessità, compreso anche accompagnare i figli a scuola, che vanno però autocertificati), ma può andare liberamente a Cantù o in un altro Comune ad eccezione del capoluogo a fare acquisti o a trovare un parente. Non vale, ovviamente, il contrario. Un residente a Cantù o anche a Fino Mornasco (che ha più di 5mila abitanti) non può andare a Grandate.
Bar e ristoranti: solo asporto
Nella zona arancione le limitazioni, oltre al divieto di spostarsi in Comuni diversi (come spiegato sopra), riguardano principalmente bar e ristoranti, che restano sempre chiusi (anche a pranzo, quindi), con la possibilità di consegne a domicilio o l’asporto.
Le misure resteranno in vigore fino a venerdì 15 gennaio, data di scadenza del decreto “ponte” del Governo. Entro il 16 ne verrà varato un altro, che potrebbe riguardare il periodo fino al 31 gennaio. Per la Lombardia non è però prevedibile, almeno non prima di 15 giorni, alcuna modifica migliorativa. Anzi, lo stesso presidente della Regione Attilio Fontana ha sottolineato che la zona rossa, quindi con l’ulteriore stretta sugli spostamenti, non è affatto lontana.
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