A Como non si trovano più neanche le badanti

Manca manodopera In città decine di annunci ma le ricerche quasi sempre non trovano riscontro concreto. Lo stipendio medio si aggira intorno ai 1.500 euro. «Sono poche le persone disponibili: bisogna offrire di più»

Mancano le badanti, decine di offerte di lavoro a Como non trovano risposta.

Nelle ultime settimane cittadini e lettori segnalano una forte difficoltà nel trovare assistenti familiari, colf e badanti pronte a prendersi cura dei nostri anziani. La carenza di manodopera secondo gli addetti ai lavori è dovuta a retribuzioni troppo basse con le professioniste esperte divenute sempre più preziose, intenzionate ormai ad accettare solo le condizioni migliori. Manca l’apporto dall’Est Europa, dall’Ucraina non sono arrivate sufficienti badanti ed anzi molte donne stanno cercando di rientrare in patria. Lo stesso fenomeno interessa diverse province della Lombardia.

I flussi

«È vero, facciamo fatica a trovare colf e badanti – spiega Paola Monzani, referente dello sportello Acli – è una carenza critica, le richieste sono molte di più rispetto alle lavoratrici a disposizione presenti sul nostro territorio. La mancanza di badanti durante l’estate è un fenomeno abbastanza storico, perché queste donne fanno le ferie e tornano a salutare le famiglie rimaste nell’Est Europa. Sono vacanze che non programmano quasi mai nei mesi freddi. Prima però in maniera autogestita queste donne con il passaparola coprivano buchi e turni chiamando delle conoscenti connazionali». Ora il ricambio manca e non è possibile tamponare le assenze. Non ci sono nuovi ingressi. Forse anche per flussi migratori ormai ai minimi termini. «In generale queste donne oggi possono permettersi di scegliere – dice Monzani – non sono più alla ricerca disperata di un’offerta di lavoro. C’è richiesta, c’è la possibilità di chiedere contratti e orari migliori. Occorre pensare che si tratta di un mestiere duro, con turni la notte, dovendo dormire a casa degli anziani, magari fragili, pluripatologici. A volte anche a coppie, è necessario prestare servizio sia alla moglie che al marito».

Alle offerte di lavoro pubblicate su internet capita così che rispondano candidati anche uomini che non hanno mai fatto niente di simile.

«Parte del nostro welfare domiciliare dedicato alla terza età pesa sulle bandati – ragiona Massimo Patrignani, presidente di Auser Como – sono figure molto preziose, che aiutano gli anziani a vestirsi in maniera ordinata, li accompagnano a ricevere le cure. Perfino noi che forniamo assistenza agli anziani facciamo molto affidamento su queste professioniste».

I costi

Per le famiglie stipendiare una badante anche la notte può costare in media 1.500 euro al mese. Spesso con spese aggiuntive offerte in nero fuori contratto. La copertura a volte non basta e bisogna chiedere al sistema sanitario un’assistenza domiciliare, riconosciuta però secondo bisogni di cura e patologia. Certo senza badanti l’unica alternativa sono le Rsa. «Sì, ma il nostro settore di recente fatica ad accettare tutte le domande che arrivano da parte delle famiglie – dice Gianmarco Beccalli, presidente della Ca’ d’Industria – per la nota carenza di personale. Perché non riusciamo a trovare infermieri, operatori socio sanitari e assistenti». Un problema, insomma, generalizzato.

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