Addio a Riccardo Mantero. Imprenditore che amava l’arte

Il lutto Primo di otto fratelli, entrò giovanissimo nella storica azienda tessile. Poliglotta, generoso, carattere schietto: fu anche presidente di Ideacomo

Addio a Riccardo Mantero, che si è spento domenica sera nell’abitazione di Como, all’età di 87 anni. Lascia la moglie Maria Grazia, i figli Vivide, Beppe, Francesco e tre nipoti. Discendente di una delle grandi famiglie comasche del tessile, primo rampollo di otto fratelli, a lui è toccato il nome del nonno, fondatore della dinastia. Fin dalla nascita è stato designato per raccogliere un’eredità importante, e di certo ingombrante. Infatti, finiti gli studi in Svizzera, entra giovanissimo nel palazzo di via Volta, cominciando a lavorare alla periferia dell’impero. Poliglotta (parlava correttamente cinque lingue) gli tocca la gavetta, regola basilare per temprare un futuro dirigente, dettata da papà Beppe.

Grazie all’innata empatia, si fa subito amare da collaboratori e dipendenti. Presto comincia a viaggiare in tutto il mondo presentando le collezioni di tessuti. Piace anche la sua forza, qualche volta rude nel dire verità scomode, ma non urticante nei confronti dell’interlocutore. Piace la sua generosità, da cavaliere antico pieno di piccole, grandi attenzioni. Da presidente ha gestito in modo autorevole sia la Mantero sia la fiera tessile Ideacomo, nel periodo d’oro del distretto serico. Quando la palla è andata fuori campo, si è ritirato dedicandosi a due grandi passioni: le sue belle case e l’arte.

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