Al concerto con lo sgabello sotto mano
«Una follia distribuirli all’autosilo»

Non piace l’idea delle sedie “da asporto”: «Penalizzano gli anziani» - Minghetti: «Meglio punti di raccolta centrali». De Luca (Auser): «Scoraggia la partecipazione»

Sgabello in spalla e via verso gli appuntamenti dell’estate cittadina. Se l’intento del Comune è offrire al pubblico una «soluzione di cortesia», la proposta ha generato in realtà il pensiero contrario. Non ha fatto breccia nel cuore dei comaschi l’idea di doversi andare a prendere una seduta pieghevole (lasciando i propri dati) all’autosilo di via Aguadri per gustarsi gli eventi dei prossimi mesi, salvo poi riportarla, sempre in autonomia, al parcheggio.

Barbara Minghetti, consigliere di Svolta civica e operatrice culturale, non si è mai trovata di fronte a una proposta del genere, e negli eventi organizzati, non ha mai previsto una soluzione di questo tipo.

«Consiglierei di pensare a punti di raccolta centrali o vicini ai luoghi dove ci saranno i concerti - dice - mi sembra una soluzione di buon senso. Non so, per esempio il Broletto potrebbe essere un buon riferimento, ma non dovrebbe certo essere l’unico».

Per il patron di Orticolario Moritz Mantero, la decisione presa dall’amministrazione penalizza i fruitori più anziani: «Avrei potuto capire – spiega - se la distribuzione fosse stata fissata nel cortile di palazzo Cernezzi. In quel caso, essendo in centro, sarebbe stata una proposta sensata. Dico di più, perfino gentile. Ma scegliere l’autosilo di via Aguadri mi sembra davvero una cattiveria, in particolare pensando agli anziani, la categoria con buona probabilità più bisognosa di una seduta».

E, a questo proposito, Francesco De Luca, presidente dell’Auser provinciale, aggiunge: «Mi sembra una soluzione a dir poco inusuale - continua -. Non si comprende il senso e, anzi, mi pare controproducente, perché va a penalizzare le fasce più deboli e fragili del territorio. Per certi versi, scoraggia la partecipazione alle iniziative culturali». Sulla stessa linea di pensiero il fondatore del teatro Città murata Mario Bianchi: «È talmente assurdo - specifica - che non è commentabile. Seppellirei tutto con una risata». Giuseppe Rondinelli, da quasi quarant’anni è conduttore radiofonico e animatore di tantissimi eventi della nostra città, è anche lui molto critico: «È troppo facile fare ironia sul fatto che nemmeno ai tempi del primo dopoguerra avrebbero potuto immaginare che, per assistere a uno spettacolino di massimo cinquanta minuti, bisognasse andare a prendersi uno sgabellino a centinaia di metri e poi riportarlo indietro, più che altro perché almeno ai tempi avevano previsto fosse più comodo che ognuno potesse portarsi una sedia da casa». Inoltre, non risparmia critiche al bando stesso, domandandosi se gli artisti non rappresentati da agenzie o organizzazioni strutturate siano tagliati fuori dai giochi.

Oltre agli sgabelli, (per dovere di cronaca: i cortili dei palazzi della cultura saranno già attrezzati con le sedie), un altro tasto dolente è la “performance”, in questo caso intesa in senso grammaticale. Già, perché nel bando, un documento quindi ufficiale, la parola è stata scritta in diversi modi, ma mai in quello corretto.

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