Anziana, ma più sveglia del ladro
Sventa il furto e lo fa condannare

Due anni e mezzo di carcere per il finto addetto dell’acqua

Como

Lei - all’epoca - aveva 84 anni. Lui 55 di meno. E nonostante ciò la pensionata, che una coppia di finti addetti dell’acqua pensavano di poter facilmente derubare, ha avuto la presenza di spirito di cacciare i malviventi, chiamare i carabinieri e identificare uno dei responsabili.

Ha 32 anni, ed è di Gallarate uno dei protagonisti del reato tra i più odiosi in voga negli ultimi anni: le cosiddette truffe agli anziani. In realtà è stato condannato a un anno e mezzo in via definitiva (anche la Cassazione ha respinto l’ultimo tentativo di ricorso del suo legale, bollandolo come inammissibile) non per truffa bensì per tentato furto aggravato in abitazione.

L’assalto alla pensionata risale al marzo 2016. Il giovane, assieme a un complice che non è mai stato identificato, si presenta alla porta dell’anziana signora comasca con un enorme sorriso stampato sulle labbra e l’affabilità tipica di chi è pronto a compiere una malefatta. Dice di essere stato inviato dal Comune per effettuare un controllo dell’acqua di casa. Ma alla donna quella coppia di giovani affabili non ha ispirato alcuna fiducia e al tentativo dei due di infilarsi in casa ha replicato con: aspettate che chiamo il Comune per verificare.

Capita la mal parata i due malviventi hanno deciso di allontanarsi e desistere dal progetto di derubare l’anziana. La quale non ha perso tempo, ha afferrato il telefono e ha chiamato i carabinieri per denunciare ogni cosa. I militari, un paio di giorni dopo la denuncia, vengono a sapere che i loro colleghi di Busto Arsizio stavano indagando su diverse segnalazioni di “truffe” ai danni degli anziani e avevano imboccato una strada giudicata promettente per riuscire a identificare alcuni dei responsabili. Siccome tentar non nuoce, i militari comaschi hanno deciso di recuperare l’album dei sospettati messo assieme dai colleghi (quattordici fotografie a colori di altrettante persone) e tornare a casa della donna per verificare se tra quei volti ci fosse anche quello dei due finti addetti del Comune.

La donna, sfogliando l’album, non ha avuto alcun dubbio: ha puntato il dito sul viso del giovane ed esclamato: “è lui”. Secondo il giudice delle udienze preliminari di Como, che ha condannato l’imputato a un anno e mezzo in abbreviato (condanna che ha resistito fino in Cassazione), la testimonianza della donna non lascia alcun dubbio sulla responsabilità del giovane. Il quale, nonostante non fosse praticamente riuscito a mettere piede in casa, si è ritrovato (anche “grazie” al curriculum penale non propriamente immacolato) con una condanna a un anno e mezzo sulle spalle e non per truffa, bensì per tentato furto aggravato in abitazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA