Aria di primavera a Como
E l’effetto del Fohn
durerà ancora a lungo

Dieci gradi sopra la media stagionale. Temperature così alte non si verificavano dal 2007. Allarme siccità: l’ultima pioggia risale al 6 dicembre

Prove di primavera, il lungolago cittadino domenica fa il pieno, complici le temperature ben oltre la media di stagione: si sono toccati i 18 gradi e l’inverno sembra già un ricordo. Sarà così fino a dopo San Valentino, il sole non ci abbandonerà e nemmeno il vento.

Il confronto

Sul lago il Fohn soffierà a partire da oggi anche con medie di 70 chilometri orari, contribuendo a riscaldare l’aria soprattutto in pianura.

Cieli soleggiati, in previsione massime intorno ai 13-14 gradi, in uno scenario che non accenna a grossi cambiamenti per le prossime tre settimane.

Febbraio si prepara così ad aprirsi in maniera dolce, dopo una stagione invernale che sta passando sotto traccia con numeri disastrosi per quanto riguarda le precipitazioni e senza contare le performance da dimenticare per chi ama la neve sulle nostre Prealpi.

«Giorni della merla con temperature così alte non si registravano da un po’ – spiega Daniele Berlusconi di 3B Meteo – Si tratta di una condizione anomala, siamo sopra i 10 gradi centigradi rispetto alle medie stagionali. Dobbiamo tornare al 2007, se vogliamo trovare una fine di gennaio più calda di quella che abbiamo vissuto quest’anno».

In ogni caso l’inverno, quello rigido, non lo rivedremo più. «Ci potrebbe essere qualche coda di freddo fra qualche settimana, ma ormai si entra dolcemente in un periodo più caldo, le giornate si sono allungate e anche le ore di luce sono di più. In particolare fino a mercoledì assisteremo a giorni ventosi per il Fohn, tipico della regione alpina, proveniente da Nord, che essendo un vento di ricaduta, scontrandosi con le montagne e per questo riscaldandosi, arriverà in pianura alzando le temperature».

Nel nostro territorio l’ultima importante perturbazione risale ormai allo scorso 8 dicembre. Poi il sole ha dominato i nostri orizzonti e di nota sono state anche le stellate notturne.

«Da quel momento non abbiamo più rilevato precipitazioni – continua Daniele Berlusconi – è stato un inverno particolarmente secco e siccitoso con scarsissime piogge e nevicate. Lo vediamo anche guardando le pendici delle nostre montagne che sono coperte da manti erbosi color giallo paglierino. Se questa situazione dovesse continuare anche a inizio primavera sarebbe critica, perché andrebbe a compromettere il crearsi delle riserve idriche che serviranno poi nella stagione estiva. Anche il livello del lago, particolarmente basso in questo periodo, è da tenere sotto controllo per le sue ripercussioni sull’agricoltura».

I rischi

La medaglia ha quindi sempre due facce e le giornate soleggiate che inaugureranno febbraio raccontano di una mancanza significativa di piogge che per gli ambienti boschivi e montani e per le coltivazioni non dovrà assolutamente protrarsi troppo a lungo altrimenti faremo i conti con un allarme siccità a tutti gli effetti.

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