Cronaca / Como città
Giovedì 25 Febbraio 2021
Asilo Sant’Elia, la rabbia dei genitori
«Basta incertezze su tempi e lavori»
Lettera al sindaco dalle famiglie dei piccoli trasferiti un anno e mezzo fa: «Decisione presa con superficialità, la scuola ospite di via Viganò non ha spazi adeguati»
«Chiediamo chiarimenti e, soprattutto, certezze sui tempi dei lavori di ristrutturazione che, a singhiozzo, stanno riguardando la struttura».
È l’inizio della lettera indirizzata al sindaco Mario Landriscina e firmata dai genitori dei bambini iscritti all’asilo Sant’Elia, trasferiti “provvisoriamente”, cioè da un anno e mezzo, alle elementari di via Viganò.
«La struttura è chiusa dal giugno 2019 – scrivono le mamme e i papà - e questa decisione, presa evidentemente con stupefacente superficialità, ha comportato il trasferimento di 80 bambini alla “Severino Gobbi”: tale plesso è palesemente non idoneo a ospitare bimbi così piccoli per mancanza di spazi adeguati».
Nella lettera, le famiglie ribadiscono come sia «intollerabile chiudere un asilo senza un piano realistico di riapertura, senza una pianificazione dei lavori, ma vivendo alla giornata e approfittando della pazienza e dell’educazione di chi vive sulla propria pelle questo disagio: bambini, insegnanti, personale scolastico e genitori».
Il gioiello razionalista venne chiuso a giugno 2019, prevedendo lavori urgenti in grado di consentirne la riapertura a Pasqua 2020. Al momento, però, l’asilo è ancora chiuso. Peraltro, in quell’occasione, i genitori avevano espresso la loro contrarietà alla soluzione di via Viganò, proponendo all’amministrazione lo spostamento dell’Università della Terza età (oggi chiusa per via del Covid) alla scuola media Virgilio, per poterne utilizzare i locali, insieme a quelli occupati dallo spazio gioco, per ospitare i bambini del Sant’Elia.
«In un periodo delicato come questo – si chiedono i genitori - dove la pandemia costringe ad avere dei protocolli rigidi e dei distanziamenti, non era più semplice e vantaggioso accelerare i lavori così da poter riaprire la struttura che garantisce il rispetto di tutte le norme sulla sicurezza?»
A questo proposito, le famiglie ricordano come l’edificio abbia comunque aule con ampi spazi, un salone gioco “divisibile” in più parti dove i bambini potrebbero sfogarsi senza dover fare a rotazione, mantenendo sempre i distanziamenti, oltre al refettorio con la garanzia di almeno un metro tra i bambini.
«Evidentemente – è la durissima conclusione - il buon senso e l’organizzazione non rientrano tra le caratteristiche di quest’amministrazione comunale. Noi però siamo stanchi di veder negato ai nostri figli il diritto di crescere in maniera decorosa, in ambienti che prormuovano la possibilità di giocare liberamente in ampi spazi. Il Sant’Elia è dei bambini, proprio come l’ha voluto Terragni nel lontano 1936, quando ha ideato un vero e proprio capolavoro che rispettasse i bisogni dei nostri cari figli, attualmente negati». A fine gennaio, la vicenda era stata portata in consiglio comunale dal consigliere Pd Stefano Fanetti, il quale aveva sottolineato i ritardi nei lavori e aveva chiesto lumi sul futuro.
In risposta, l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni aveva aggiornato sugli interventi in corso, cioè la trasformazione della centrale termica da gasolio a gas, oltre a un altro costoso lavoro da mezzo milione circa, necessario per rimettere in funzione l’asilo. Al momento, sui tempi, non ci sono aggiornamenti.
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