AstraZeneca non agli over 55:
il piano vaccini rischia ritardi

La necessità di rimodulare il calendario alla luce delle nuove disposizioni - Per ora resta fissato al 26 marzo il via per gli ultra-ottantenni, ma ci potrebbero essere problemi

Ancora dubbi, e nuovi ritardi, sui vaccini anti Covid per gli anziani. E mentre tutta Italia annuncia il via alla copertura degli ultraottantenni già nelle prossime settimane, la Lombardia nel suo piano ha fissato il via di questa fase solo poco prima di Pasqua. E a complicare il quadro ci si è messa la fornitura di vaccini Astra Zeneca, che non potranno essere dati a persone con oltre 55 anni.

Il Lazio, non senza difficoltà, ha aperto le prenotazioni per la vaccinazioni degli over 80 volendo iniziare l’8 febbraio, stessa data in Valle d’Aosta. Il Trentino ha già cominciato avendo una quota di sanitari che hanno rifiutato la vaccinazione. Veneto, Toscana e Campania al netto delle consegne hanno annunciato la partenza dalla metà del mese, la Liguria il 12 febbraio, l’Emilia Romagna e le Marche non hanno date. In Lombardia la Regione, presentando il piano, ha detto che la fase per gli ultra ottantenni inizierà dal 26 marzo. Prima bisogna coprire sanitari, Rsa e medici liberi professionisti.

Nel mese di febbraio è atteso l’arrivo sul territorio di nuove forniture, dopo i 19.940 di Pfizer ricevuti dal Sant’Anna dalla fine di dicembre. Tra i nuovi quantitativi a disposizione è calcolato però anche il terzo vaccino approvato, quello di AstraZeneca. L’Agenzia italiana del farmaco lo consiglia però soltanto per la popolazione sotto ai 55 anni alla luce dei pochi anziani presenti nella sperimentazione. Questo fatto potrebbe modificare gli scenari. Nelle ipotesi queste fiale dovevano servire tramite i medici di famiglia a coprire inizialmente gli over 80, poi a scalare il resto della popolazione anziana. Pfizer infatti si conserva a temperature glaciali e difficilmente un medico in ambulatorio può gestire le fiale, a meno di andare in ospedale. Quanto a Moderna è uno strumento utilizzabile dai medici, ma le consegne sono risicate.

Marco Magrini, il dirigente dell’emergenza Covid dell’Ats Insubria, spiega però che non è impossibile che sia dia un’accelerata ai grandi hub, contando a Lariofiere sui freezer dell’ospedale di Erba per fare anche i vaccini Pfizer. Si attendono però direttive dalla Regione, l’assessorato al Welfare però aspetta indicazioni dal governo sull’uso delle dosi AstraZeneca.

«Il piano regionale prevede di iniziare a vaccinare i sanitari libero professionisti dal 5 marzo e gli anziani dal 26 marzo – commenta Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici – Sono stime fatte sulla base delle reali consegne, calcolando anche la necessità di garantire i richiami. Senza dosi in arrivo dalle aziende farmaceutiche c’è poco da fare. Noi medici non vediamo l’ora di vaccinare tutti, ma serve pazienza. La programmazione dev’essere seria, avendo tutte le carte in mano. Certo serve un piano vaccinale flessibile secondo le disponibilità».

L’efficacia di AstraZeneca è stata valutata attorno al 60%, contro il 95% di Pfizer e Moderna. Sulle possibili variazioni della campagna a Uil del Lario ha costruito una simulazione con le fasce d’età della nostra popolazione.

«Il 42% circa dei soggetti da vaccinare è fragile e non è consigliato l’AstraZeneca – scrive il sindacato – Pfizer ha difficoltà di gestione, servono freezer nei grandi centri vaccinali. Per gli over 80 dai medici ci sono anche le prime forniture di Moderna. Ma al netto delle considerazioni governo, Regioni e articolazioni territoriali devono trovare al più presto il percorso migliore verso l’immunità».

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