Cronaca / Como città
Mercoledì 14 Dicembre 2016
Bond falsi, Natale ai domiciliari
per l’ex sindaco Bruni
Slitta l’udienza preliminare per l’ex sindaco di Como, per ora niente patteggiamento e rimane la misura cautelare
Il pubblico ministero è impegnata in missione all’estero e così l’udienza preliminare per lo scandalo dei bond falsi, che coinvolge anche l’ex sindaco di Como Stefano Bruni, e il patron del calcio Lecco Daniele Bizzozero salta.
Erano attesi per ieri i patteggiamenti per gli imputati coinvolti nel fallimento dell’Aipa, la società di riscossione tributi per conto di centinaia di piccoli Comuni che s’è trovava alle prese con un buco da 150 milioni di euro, ma l’udienza è stata aggiornata al prossimo mese di gennaio. Un rinvio che ha reso impossibile agli avvocati anche presentare un’istanza per chiedere l’annullamento degli arresti domiciliari per l’ex primo cittadino comasco.
La vicenda, costata l’arresto di Bruni e Bizzozero, finiti a San Vittore nel maggio scorso, ruota attorno ai titoli fantasma serviti per far ottenere a una società pesarese le autorizzazioni ministeriali necessarie a esercitare l’attività di riscossione in nome e per conto della pubblica amministrazione.
A fare da intermediario per l’acquisto dei bond, commerciati in Italia dal presidente del Calcio Lecco Bizzozero, era proprio il commercialista comasco ed ex sindaco del capoluogo Stefano Bruni, che per la sua mediazione aveva ottenuto un compenso di 170mila euro.
Ieri Bruni avrebbe dovuto chiudere i conti con la giustizia (o, almeno, con la giustizia milanese, visto che a suo carico pende almeno un altro procedimento penale a Como per il fallimento della Mercedes Sca), ma il pubblico ministero Donata Costa non era presente, in quanto impegnata in una missione all’estero, e quindi gli avvocati degli imputati sono stati rimandati a casa.
Bruni avrebbe già raggiunto con la Procura un accordo per patteggiare tre anni di reclusione, lo stesso vale anche per Bizzozero. Si ritorna in aula a gennaio ma, nel frattempo, l’avvocato Giuseppe Sassi, difensore di Bruni, non ha potuto formalizzare la richiesta di far tornare in libertà il suo assistito. Che rischia di dover passare ai domiciliari il Natale.
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