Cronaca / Como città
Sabato 24 Giugno 2023
Caporalato tra gli addetti alla vigilanza. «Più dignità per i lavoratori»
L’inchiesta Comunicato della Uil sull’indagine condotta dalla procura di Milano: «Più dignità ai lavoratori»
«L’intervento della magistratura e della guardia di finanza, in una cooperativa comasca che si occupa di fornire addetti alla sicurezza per molteplici realtà del territorio, interroga il livello di civiltà che l’Italia ha raggiunto in quanto a tutela dei lavoratori e di salvaguardia di sane dinamiche nel mercato del lavoro».
La Uil del Lario, con le parole del sub commissario Dario Esposito, è intervenuta su quanto avvenuto in città alla mattina di giovedì, con la guardia di finanza che, su mandato del Tribunale di Milano, ha messo sotto controllo giudiziario, nominando un amministratore d’ufficio, una cooperativa comasca che si preoccupava di fornire addetti alla sicurezza da utilizzare in diverse realtà. Nicola Diamante, l’ad, la Servizi Fiduciari Società Cooperativa di Como, è indagato con l’ipotesi di reato di caporalato di lavoro, con la doppia aggravante della minaccia e del numero elevatissimo di lavoratori coinvolti.
«È necessario per la Uil del Lario porre dei punti fermi, essenziali per un’economia, quella lariana, che vuole porsi come modello per tante altre realtà lombarde e nazionali. Esiste un obiettivo: quello della buona occupazione».
Il lungo comunicato della Uil dei Laghi prosegue: «In un mercato del lavoro come quello lariano in cui, a più riprese, si lamenta una carenza di manodopera, la concorrenza del mercato del lavoro elvetico e della città metropolitana di Milano, un obiettivo sociale come quello della buona occupazione diventa non solo auspicabile ma necessario per la tenuta e sopravvivenza dell’intero sistema economico». Poi il passaggio cruciale: «La Uil non può e non vuole cedere neppure un centimetro sul sentiero che conduce ad una maggiore dignità dei lavoratori, prova ne è un esposto fatto ad inizio 2023 in tutte le Procure della Repubblica d’Italia. Fine ultimo dell’esposto è andare a sollecitare verifiche ed accertamenti lì dove si fossero verificate paghe e salari così bassi da ricadere nell’ipotesi di sfruttamento».
Un po’ quello che il pm di Milano che sta gestendo il fascicolo contesta alla cooperativa comasca, i cui “soci lavoratori” prestano servizio per vari clienti con la divisa Sicuritalia. «Oltre la materia strettamente penalistica – ricorda infine Esposito – che va a punire chiunque recluti o impieghi manodopera in condizione di sfruttamento, c’è anche l’articolo 36 della Costituzione che ci ricorda come il lavoratore abbia diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente per assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa».
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