Coltellate, calci in testa, caccia all’uomo
Ma il magistrato dice no all’arresto

Sono sette i giovani denunciati dai carabinieri per rissa aggravata

Il pubblico ministero di turno in Procura ha deciso che non vi fossero gli elementi per procedere all’arresto dei sette protagonisti della furiosa rissa di lunedì sera in zona largo Leopardi. E così i giovani che si sono affrontati a pugni, calci, spintoni e pure a coltellate alla luce del sole in mezzo a una strada (oltre che all’interno di un locale) davanti a diversi testimoni sono stati tutti quanti denunciati a piede libero, con l’accusa di rissa aggravata. In attesa di conoscere le prognosi dei cinque ragazzi portati in ospedale per valutare anche l’ipotesi delle lesioni.

Il giorno dopo la serata di paura e violenza nel budello d’asfalto tra l’ingresso della stazione di Como Lago e il Manara Caffè, i carabinieri del nucleo radiomobile e della stazione cittadina stanno recuperato tutti gli elementi per confezionare un quadro di accuse il più completo possibile a carico dei partecipanti alla rissa. L’intenzione è quella di ricostruire le azioni dei singoli, anche se già nell’immediatezza dei fatti il quadro raccolto avrebbe consentito di procedere anche con altri tipi di provvedimenti. Ma il pubblico ministero Simone Pizzotti, sentita la ricostruzione di quanto avvenuto, ha deciso che non ci fossero elementi sufficienti per procedere a degli arresti.

L’allarme al 112

E pensare che solo il pronto intervento dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse. La riprova è nelle riprese del sistema di videosorveglianza interno al Manara Caffè, acquisite praticamente subito dai carabinieri.

In quel video si vede un gruppo di almeno quattro giovani fare irruzione dentro il bar e subito aggredire i due fratelli che lo gestiscono. Ai militari del radiomobile gli autori di quella che ha l’aria di una spedizione punitiva hanno riferito che si erano presentati solo con l’intenzione di chiarire una precedente lite, avvenuta in fondo a viale Geno. Ma le immagini raccontano tutto tranne che un tentativo di chiarimento. Perché il tempo per parlare non c’è stato. Vedendo il gruppo fare irruzione nel locale, uno dei giovani che si sono sentiti aggrediti ha afferrato un coltello, verosimilmente per difendersi. Nel video non si vede il momento in cui la lama viene affondata sulla spalla di uno dei protagonisti della rissa, ma si vedono molto bene i pugni, gli spintoni e - soprattutto - si vede un ragazzo che, appena fuori dall’ingresso del locale, finisce a terra e per ben due volte viene colpito con violenza da un calcio assestato alla testa da almeno due persone differenti.

Gli insulti e la reazione

Pare che a scatenare la reazione furiosa degli autori del raid (almeno quattro persone, un paio di nazionalità turca, altri due italiani) sia stata la decisione dei fratelli (italiani di origine libanese) poi presi di mira di raggiungere i “nemici” in fondo a viale Geno e rivolgere loro (almeno stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri) oltre agli insulti anche qualche pesante minaccia.

Alla fine il bilancio della serata di straordinaria follia perla di nessun arresto, sette denunciati a piede libero per rissa aggravata, cinque persone finite in ospedale.

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