Como, barriere in piazza
contro gli attentati

Piazza Cavour, la prefettura dispone l’installazione di dissuasori per bloccare l’accesso ai mezzi pesanti. Pronto anche un piano per la sera di Capodanno: sarà vietato l’accesso del lungolago ai camion e agli autobus

Dopo i fatti di Berlino e in seguito all’innalzamento dell’allarme terrorismo in tutto il vecchio continente, anche la prefettura di Como ha deciso di adottare alcune contromisure, recependo peraltro precise indicazioni del Viminale: in piazza Cavour, e in altre aree giudicate particolarmente a rischio, sono stati posizionati, a cura del Comune, alcuni dissuasori in cemento, forme di difesa passiva che possono prevenire l’accesso di mezzi pesanti alle zone e agli spazi più frequentati dal pubblico.

Non solo: «È stata disposta - si legge in un comunicato diffuso ieri dalla prefettura - l’istituzione del divieto di transito dei bus turistici in alcune vie e piazze situate all’interno della città murata e, in occasione della festa di Capodanno, verrà istituito un divieto di transito dei mezzi pesanti sul lungolago».

Si tratta di provvedimenti intrapresi al termine di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Bruno Corda: «Si è convenuto - si legge ancora nel medesimo comunicato - sull’opportunità di rafforzare il previsto dispositivo di sicurezza, attraverso misure di vigilanza attiva e a mezzo di misure di difesa passiva nei luoghi di svolgimento dei mercati, ed in particolare in occasione delle manifestazioni di maggiore richiamo per il pubblico. L’attività verrà svolta, nel massimo coordinamento e con l’ausilio della polizia locale, da personale in divisa di istituto nonché in borghese appartenente alle forze di polizia, collocato su autovetture e appiedato, dotato di strumenti tecnologici e che possano prevenire ulteriori insidie. In occasione delle principali manifestazioni, detta vigilanza sarà ulteriormente incrementata con una attenta sorveglianza delle persone e dei mezzi che accedono agli spazi in cui verranno effettuate».

Insomma, clima non molto rassicurante, benché non vi sia alcun motivo plausibile per ritenere che a Como possano corrersi più rischi che altrove. La risposta migliore al terrorismo è, come sempre, quella di non cedere al panico e di non rinunciare alle proprie abitudini, sia pure in un contesto doverosamente sorvegliato. Del resto, come ha detto ieri il capo della polizia Franco Gabrielli, «siamo dentro a una minaccia liquida, indistinta, che può arrivare in ogni contesto».

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