Como, causa civile sul poker
Alberto di Monaco in aula

Richiesta di risarcimento per una presunta truffa per la quale c’era stata l’assoluzione a Como

Como

Gli amici del principe erano stati tutti assolti in primo grado, a Como, nel dicembre del 2014, dall’accusa di truffa per un costoso tour di poker. Ma ora Alberto di Monaco dovrà comparire il prossimo 28 giugno nell’udienza della causa civile intentata dall’imprenditore Mario Loffredo, 57 anni, fondatore di una società di Campione d’Italia attiva nel ramo del poker online, per quella presunta truffa per la quale ci fu quella sentenza di primo grado, mentre l’appello non è stato ancora fissato.

La decisione è del giudice del tribunale di Napoli Nord, Annamaria Buffardo, la quale ha citato per la terza volta Alberto di Monaco dopo aver interessato il Ministero della Giustizia italiano il quale ha stabilito che «non si ravvisano gli estremi per un eventuale intervento volto alla risoluzione della vicenda in via diplomatica». Questo perché si tratta di una «questione di rilevanza processuale connessa all’interpretazione della normativa processuale e sovrannazionale vigente» e spetta al giudice di merito «ogni decisione in ordine alla legittimità o meno del rifiuto, da parte del convenuto di ricevere l’atto di citazione.

Alberto di Monaco aveva rifiutato la notifica per due volte appellandosi anche alla Costituzione del Principato di Monaco, secondo la quale «la figura del Principe è inviolabile».

Secondo Loffredo, persone vicine al principe si sarebbero impossessati illecitamente di un software innovativo di poker online (Texas Hold’Em) e del progetto di un torneo la cui finale mondiale si sarebbe dovuta svolgere proprio a Montecarlo mentre l’imprenditore avrebbe anche pagato milioni di euro su richiesta dei monegaschi.

Oltre al risarcimento danni contro il principe e altri sette è stata presentata sempre al Tribunale di Napoli Nord, una richiesta di sequestro conservativo delle quote per 75 milioni di euro.

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